"Quello che ho visto in Tartufo - scrive Bellorini - al di là di tutte le questioni affrontate da Molière, moralità ed autorità, matrimonio forzato, desiderio e tradimento, religione e sincerità, è proprio il rapporto tra sacro e profano. E poi il bisogno di giocare, di considerare che la vita è un gioco, altrimenti non saremmo tutti Tartufi del nostro tempo?": a suo tempo irriverente figura di servo che si cimenta nell’impossibile impresa di farsi padrone, Tartufo ha saputo conquistare, con la sua falsità, Orgone e Madame Pernelle, sua madre. Elmire, moglie di Orgone, ne ha invece riconosciuto l’ipocrisia così come il figlio Damis che viene addirittura cacciato di casa quando rivela che Tartufo ha cercato di sedurre la madre. L’ingenuo Orgone vorrebbe addirittura concedergli in moglie la figlia, arrivando a fargli donazione dei suoi beni: solo alla fine, persuaso da Elmire ad assistere, non visto, ad un suo colloquio con Tartufo in cui lei fingerà di corrispondere alla sua passione, ad Orgone si apriranno gli occhi rivelando la vera natura del suo protetto. Con le spalle al muro a Tartufo non resta che cercare di impadronirsi dei beni di Orgone ma, finalmente incastrato dall’autorità giudiziaria che da tempo lo inseguiva, per lui si spalancano le porte del carcere.
Questi gli ingredienti di un racconto che da secoli spopola nei teatri di mezzo mondo depositario di una forza espressiva e di una galleria di simboli che trasformano la scena nel luogo della visione e dell’illusione, in uno spazio fisico e mentale in cui si gioca e si immagina: progetto ambizioso e coraggioso che richiede una sorta di tacito accordo tra chi agisce e chi guarda entrambi focalizzati sulla ricerca di una gioia paragonabile alla forza della vita e non ingannabile. "Il nostro Tartufo - conclude il regista francese - cercherà di essere prima di tutto una dichiarazione d’amore per l’arte del teatro, per la necessità degli incontri, per la gioia del gioco e l’importanza della presenza umana, senza maschere, in piena libertà. E forse, finalmente, una volta in scena, avremo la fugace sensazione non più di cadere, ma di volare".
Produzione Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e Théâtre National Populaire de Villeurbanne, Tartufo di Molière sarà diretto da Jean Bellorini con in scena Federico Vanni, Gigio Alberti, Teresa Saponangelo, Betti Pedrazzi, Ruggero Dondi, Daria D’Antonio, Angela De Matteo, Francesca De Nicolais, Luca Iervolino, Giampiero Schiano, Jules Garreau: repliche al Teatro Astra mercoledì 24 e sabato 27 gennaio alle 19, giovedì 25 gennaio alle 20, venerdì 26 gennaio alle 21, e domenica 28 gennaio alle 17, con biglietti a Euro 25 ed Euro 17. Info al 011.56.34.352 o su www.fondazionetpe.it.
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