tratto dal romanzo “Uomini e no” di Elio Vittorini
regia Carmelo Rifici
scene Paolo Di Benedetto
costumi Margherita Baldoni
luci Claudio De Pace
musiche Zeno Gabaglio
con (in ordine alfabetico) Giuseppe Aceto, Alfonso De Vreese, Salvo Drago, Caterina Filograno, Ugo Fiore, Yasmin Karam, Leda Kreider, Maria Laura Palmeri, Benedetto Patruno, Matteo Principi, Marco Risiglione, Elena Rivoltini, Livia Rossi, Martina Sammarco, Francesco Santagada, Sacha Trapletti, Annapaola Trevenzuoli
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Il tram spaccato in due, tra le quali scorre a inizio spettacolo un fucile su un carrello, diventa metafora centrale del testo, la frattura tra uomini e non uomini, tra partigiani e fascisti, ma anche la dialettica tra i sessi, la gelosia e la spaccatura interiore, tra ragione e sentimento, dei protagonisti Enne 2 e Berta («Si può stare con qualcuno per mancanza d'amore?»). Le due metà del tram diventano anche il tipico elemento teatrale cangiante, che assume diverse funzioni per evocazione, come quella della sede del comando nazista. E l'allestimento scenico sfrutta anche il sottopalco, in una storia incentrata sulla clandestinità, sulla resistenza sotterranea dei partigiani.
Carmelo Rifici usa i giovani allievi della Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo, da lui diretta, della stessa età dei giovani partigiani, con quelle dinamiche sentimentali tipiche che Vittorini racconta, a restituire la freschezza di quelle vicende, scritte dall'autore proprio mentre erano in corso, in quel caldo inverno milanese. E allo stesso tempo opera con metodi di straniamento, nel distribuire il ruolo di narratore tra gli attori, nel rivolgersi al pubblico alla fine, nell'assegnare loro parti di quei capitoli riflessivi in corsivo, nell'asciugare con ironia teatrale il momento raccapricciante dell'eccidio, e nell'operare ellissi. In fondo, nonostante l'avvertimento degli spari in scena, solo un'uccisione viene mostrata.
@Masiar Pasquali