Progetto DELLAVALLE/PETRIS; traduzione e adattamento Thea Dellavalle e Irene Petris; regia Thea Dellavalle
Con Luca Mammoli ed Irene Petris
Scena Ronni Bernardi; musiche Paolo Spaccamonti; video Daniele Salaris; suono Fabio Cinicola; luci Umberto Camponeschi
Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Mercato Circolare
Progetto ibrido in cui l’originario plot, i coniugi Kurt e Martha rivivono l’attesa del loro primo figlio, e a seguire lo psicodramma del tragico incidente occorso al piccolo per un azzardo lavorativo del padre, si trova ad interagire con interviste a gente comune in materia di futuro, libero arbitrio, rapporto del singolo con tecnologia, progresso ed ambiente: finzione teatrale e realtà quotidiana viaggiano da subito su binari paralleli, con il cuore dello spazio scenico a definire i confini di un interno borghese dove si materializzano speranze, tensioni e paure di una normalissima coppia, mentre ai lati, su semplici pannelli di tela, rivivono le videointerviste raccolte come istantanee di una società in perenne combutta tra ambizioni individuali ed interessi delle collettività. La vita come è al pari della vita come potrebbe essere, fotografie di un nido di coppia all’improvviso stravolto dagli effetti della sconsiderata azione del singolo: ed ancora la riflessione sul prezzo da pagare per un’esistenza certo non ricca, ma più comoda, dove potersi togliere qualche sfizio consumistico.
Di carne al fuoco ce ne sarebbe tanta per un banchetto che non si riesce però a gustare a pieno per la debolezza di un testo che non sfonda, non passa come dovrebbe, risolvendosi in un abbozzato affresco sociale ed antropologico: intendiamoci, Irene Petris e Luca Mammoli sono bravi, così come la regia di Thea Dellavalle è attenta a mantenere in equilibrio l'insieme costruito sul rapporto tra teatro e vita, ma è forse proprio la prima componente, la parola di Kroetz, a risultare debole e non sempre così incisiva. Ed allora ci piace pensare e riflettere su come oggi un testo forse un po’ datato possa comunque sopravvivere in un corto circuito alimentato da tante domande, da interrogativi che interessano il nostro presente di cui possono smontare certezze, o alimentare non trascurabili dubbi: in questa direzione nel fragile "nido" di Kurt e Martha non è poi cosi difficile ritrovarsi e rivedersi, schegge impazzite di un meccanismo sociale che, se non saldamente ancorato, rischia di trasformarsi nel più inaspettato e pericoloso boomerang dalle nefaste conseguenze.
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