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Fragili equilibri si nascondono dietro a IL CORPO CONSAPEVOLE
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Baretti di Torino venerdì 28 marzo 2025
di Annie Baker

traduzione Monica Capuani 

con Olivia Manescalchi, Samuele Migone, Sax Nicosia, Valentina Virando 

regia Silvio Peroni; dramaturg Monica Capuani; luci Alberto Giolitti; scene Civico13. Architetti realizzazione scene Ivano Coviello, Andrea Papa; costumi Francesca Sartorio 

Produzione Associazione Baretti ETS / Teatro Nazionale di Genova
Abbandonando la sala dopo aver tributato i meritati applausi all'ottimo cast, lo spettatore de Il corpo consapevole di Annie Baker avverte la stessa sensazione di quando, da bambino, usciva da una delle tante attrazioni del luna park, da quella casetta in cui si spiava alla ricerca di questa o quella immagine: la pulsione voyeuristica, infatti, è una delle tante chiavi di lettura di questa commedia, opera prima della drammaturga americana poi premiata nel 2014 con il Premio Pulitzer per il suo capolavoro indiscusso The flick.

Con traduzione ed adattamento di Monica Capuani, il regista Silvio Peroni dirige uno spettacolo per certi aspetti spiazzante, indagine in un universo famigliare formato da un'insegnante di college, Phyllis, dalla di lei compagna Joyce con figlio al seguito, il giovane ed irrequieto Jared chiamato a convivere con gli effetti della Sindrome di Asperger: a sparigliare le carte l'improvviso arrivo di Frank, fotografo di mezza età specializzato in nudi femminili, invitato dalla docente a partecipare come relatore alla "settimana del corpo consapevole" da Phyllis organizzata.

È netta la sensazione dalla platea di trovarsi dietro un paravento, una porta appena socchiusa, ideale punto di prospettiva da dove sbirciare dinamiche relazionali in continua mutazione, da accessi di rabbia per improvvise gelosie a slanci d'affetto di una madre che cerca di soccorrere il figlio restìo a farsi aiutare: la scrittura della Baker ha il grande pregio di rendere normale quella normalità non di rado tradita nel meccanismo di trasposizione scenica a tal punto che, nell'affannata ricerca di precari equilibri, non è poi così difficile identificarsi, ritrovare debolezze e manìe proprie di un quotidiano che tutti noi ci troviamo a vivere. A partire dalla dolorosa consapevolezza di come il nostro corpo sia di proprietà altrui nella misura in cui gli altri, il mondo di fuori, lo fa suo per poi giudicare, emettere arbitrarie sentenze senza considerare i pericolosi effetti a cascata.

Smessi per una volta i panni di eroi ed eroine, i personaggi della Baker sono quanto di più anonimo e normale possa esserci, uomini e donne della porta accanto ma non per questo privi di slanci di una tragica e dolente umanità che la regia di Silvio Peroni ben asseconda nel suo disegno, esito finale di un attento lavoro di scavo condotto a quattro mani con la traduttrice Monica Capuani. Lato loro, Sax Nicosia, Olivia Manescalchi, Valentina Virando e Samuele Migone, quest'ultimo piacevolissima sorpresa, sono interpreti credibili e mai sopra le righe in una narrazione che affronta, ora di sciabola ora di fioretto, identità di genere come l'idea di famiglia, rapporti di coppia al pari dei conflitti generazionali, tematiche di assoluta attualità sempre trattate con la giusta dose di ironia.

Non da ultimo Il corpo consapevole, titolo originale Body awareness, è operazione da ricordare in quanto esito della sinergia tra il Teatro Nazionale di Genova ed una piccola combattiva realtà cittadina, l'Associazione Baretti di Torino, a prova del fatto che una visione più aperta e meno miope delle abituali politiche produttive può talvolta risolversi con risultati di pregevole fattura.
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