Regia: Carmelo Rifici
Con Andrea Castelli e Francesca Porrini
Scene e costumi: Paolo Di Benedetto; musiche: Zeno Gabaglio; luci: Pamela Cantatore; video: Roberto Mucchiut
Produzione: LuganoInScena, TPE - Teatro Piemonte Europa, CTB - Centro Teatrale Bresciano In coproduzione con LAC - Lugano Arte e Cultura
Alla sua tormentata esistenza, il cui drammatico epilogo si consuma nel 1975 in uno scontro a fuoco di poco successivo all'evasione del marito Renato Curcio, Angela Demattè ha dedicato Avevo un bel pallone rosso, dialogo agrodolce tra figlia e padre sullo sfondo di un paese in divenire: nella nuova edizione diretta da Carmelo Rifici, la cui regia è con intelligenza indirizzata alla rappresentazione di un incontro-scontro tra due generazioni, si ripercorrono prima gli anni della scuola, poi quelli dell’università con tanto di laurea in sociologia, per arrivare alla discesa in campo in una lotta armata che vede Mara solo in apparenza dietro le quinte, sempre al fianco dell’amato Curcio in un impegno politico vissuto a pieni polmoni. In una scena Anni Settata, con tavolo, scrivania, poltrona e televisore a riprodurre immagini d’epoca, prendono forma cento minuti dell'ininterrotto dialogo tra figlia e padre, tra due opposti mondi di vedere e vivere il presente, ma soprattutto di immaginare il futuro: l’occupazione delle case di Quarto Oggiaro, il rapimento del giudice Sossi, la trattativa con uno Stato di cui si vorrebbe stravolgere la natura, trasformano la chitarrista di un tempo in una cellula impazzita che la bravissima Francesca Porrini rende in tutto il suo carico di disperata e combattiva umanità. Insieme a lei, non meno applaudito, Andrea Castelli è il padre prima curioso, poi deluso, alla fine stanco e malato, ma sempre deciso nel cercare una possibile forma di dialogo con quella figlia da cui lentamente, giorno dopo giorno, sempre più si allontana.
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