Elio Germano e Teho Teardo aggiungono un nuovo tassello alla loro fortunata collaborazione portando in scena l'ultimo lavoro nella serata in programma ad Avigliana domenica 23 febbraio per la stagione Scene dal Vivo: al centro del racconto tre giovani ragazzi friulani neanche ventenni alle prese con una giovinezza di cui sperimentano l'indigenza delle origini in campagna, l'emigrazione, le lotte politiche, fino all'integrazione nella società borghese del boom economico. "Desiderano la felicità - è scritto nella presentazione - la bella vita in un paese straniero, maturano una coscienza politica e sognano la rivoluzione, per poi piegarsi ai compromessi dell'età adulta. Fino a morire di lavoro".
Respirando a pieni polmoni l'aria del secondo dopoguerra, affidandosi alle parole di Pasolini lo spettatore entrerà in contatto con le voci delle persone che dall'Italia stremata dalla povertà, fuggirono attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal comunismo con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti: narrazione e note per un racconto che, riletto con la sensibilità di oggi, dipinge quella fuga come una sorta di rotta balcanica al contrario, viaggio che attraversa il medesimo confine percorso dai profughi nel tentativo di raggiungere l'Italia.
Il sogno di una cosa, pretesto teatral-musicale per non dimenticare, semmai ricordare a chi su certi argomenti sembra soffrire della memoria di elefante, come ci sia stato un momento, in un passato non così lontano, in cui proprio noi eravamo i primi a ricorrere ai passeur, unico tramite per poi abbracciare una speranza legata ad un'idea di futuro migliore e tutto da immaginare.
Liberamente tratto da Pier Paolo Pasolini, progetto di e con Elio Germano e Teho Teardo, per Il sogno di una cosa appuntamento al Teatro Eugenio Fassino di Avigliana domenica 23 febbraio alle 21 con biglietti esauriti in prevendita.
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