Piéce su cui da subito si abbattè la scure della censura per presuente oscenità legate alla presenza di tematiche omosessuali, L'Arialda è una tragedia della plebe tutta costruita attorno la figura di una donna struggente ed inquietante, vergine quarantenne che ha promesso di rimanere fedele al suo fidanzato morto di tisi. Un precetto spirituale che dovrà ben presto fare i conti con il richiamo del desiderio, umanissima pulsione che la porteranno a realizzare il “tradimento” con l'erbivendolo Amilcare: e se della rappresentazione della povera gente l'Arialda è l'immagine femminile dominante, quella maschile avrà i connotati dal fratello Eros, giovane omosessuale pronto a trovare nella mercificazione del proprio corpo l'unica strada per procurarsi l'agognata droga. Tragedia della povera gente all'insegna di quel realismo espressionista che eleverà l'autore ai più alti vertici europei del secondo Dopoguerra, L'Arialda di Giovanni Testori è altresì una pagina di spiazzante poesia grazie al sapiente uso di una lingua in grado di porsi come strumento di descrizione del tragico contemporaneo.
Prodotto dal Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, ed interpretato da Beatrice Vecchione, Marcello Spinetta, Vittorio Camarota, Matteo Baiardi, Christian Di Filippo, Gloria Restuccia, Roberta Lanave, Camilla Nigro, Jacopo Squizzato, Isacco Venturini, Archimede Pii e Noemi Grasso, per L'Arialda repliche martedì e sabato alle 19.30, mercoledì, giovedì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30: biglietti ad Euro 27 ed Euro 24 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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