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Opera panica - Cabaret tragico
a cura di Nicola Bionda
Visto al Teatro Franco Parenti il 31 ottobre 2018
di Alejandro Jodorowsky 
traduzione di Antonio Bertoli 
con Valentina Picello, Loris Fabiani, Christian La Rosa, Fabrizio Lombardo
e con i DUPERDU (Marta Maria Marangoni e Fabio Wolf, autori e interpreti delle canzoni originali) 
regia e spazio scenico Fabio Cherstich 
costumi Gianluca Sbicca 
produzione Teatro Franco Parenti 
Spettacolo vincitore NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo – Edizione 2016/2017
La struttura di Opera panica è costituita da un insieme di quadri che corrispondono ad altrettante situazioni, come se ad essere rappresentata fosse la vita nella sua interezza ma colta per singoli frame, per immagini identificative del nostro modo di essere, di vivere, di relazionarci con chi ci è prossimo. Questi brevi quadri ci forniscono lo spunto per innumerevoli riflessioni possibili. Sempre accennate ma volutamente mai risolte. 

Opera panica è un testo visionario, poetico e alienante allo stesso tempo. Lo spettacolo è una partitura musicale in assenza di qualsiasi regola predefinita. Materiale buono per un esperimento sulle possibilità attoriali. Una selezione di 26 mini-pièce dal testo originale di Alejandro Jodorowsky, regista cileno, fondatore del movimento panico e uno gli autori più rappresentativi del secondo Novecento. 

Opera panica ha una forma profondamene contemporanea. Si offre come una continua stimolazione sulla superficie delle cose, senza mai permetterci di soffermarci a metabolizzarle. Una fruizione esperienziale e relazionale posta però in una modalità “digitale” che ci consente solo di switchare da un input all’altro. Non c’è tempo, non c’è luogo, non c’è riferimento. L’uomo, con le sue istanze, è posto al centro ma non ci è permesso di scalfirne la superficie di contraddizioni, di ipocrisie, di debolezze, e di violenza. 

Il giovane regista Fabio Cherstich, molto attento alle problematiche della fruizione (da tempo sta provando a portare il mondo della lirica a un pubblico nuovo con operazioni coraggiose come Opera Camion) riesce nel compito, decisamente non facile, di staccarsi da ogni possibile sovrastruttura e di avvicinare il teatro, senza alcun giudizio di merito, alla percezione contemporanea. Salteremo così da un quadro all’altro, dall’incontro tra un ottimista e un pessimista, tra due pessimisti, tra due ottimisti, passeremo velocemente di fronte alla violenza, alla colpa, alla guerra, e per il momento non potremo fare altro che prenderne atto. Forse qualcosa dentro di noi, più profondamente, trasformerà questa esperienza in consapevolezza.
  • © Luca Del Pia
    © Luca Del Pia
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