Figura di lunga corso nel panorama letterario, per la prima volta presente ne El burlador de Sevilla y Convidado de piedra di Tirso de Molina, Don Giovanni vive la sua effettiva consacrazione grazie al genio di Moliére che nel 1665 lo sfrutta a pieno per l’ennesima offensiva contro la morale dei benpensanti, cui seguirà una nuova, violenta risposta da parte del ``partito dei devoti”: cinque atti in prosa intorno la figura del protagonista, per l'occasione interpretato da Gianluca Gobbi, dove Moliére affronta di petto il tema della religiosità, già sperimentato in Tartufo, per un’impietosa analisi della sua funzione nella morale e nella società. A far da contraltare ci penserà lo Sganarello di Sergio Romano, goffo servitore cui è affidata la difesa dei principi della religione e delle verità della fede attraverso modalità espositive che indurranno ad una caricaturale confusione tra religione e superstizione. ``Quel che provo a fare - scrive Binasco - è mettere insieme quello che come regista e attore ho imparato da diverse fonti, dai maestri, dalle esperienze passate. Oggi avvertiamo un’urgenza sacrosanta: ossia di recuperare il rapporto con il pubblico”: proposito audace e coraggioso in uno spettacolo pensato, da un lato, per non far sentire il pubblico estraneo all’opera, dall’altro per riaffermare l’universalità di una figura diventata nel corso dei secoli immagine simbolo del libertino, immorale ed empio.
Produzione Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, il Don Giovanni diretto da Valerio Binasco sarà interpretato da Vittorio Camarota, Fabrizio Contri, Marta Cortellazzo Wiel, Lucio De Francesco, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Gianluca Gobbi, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe e Sergio Romano: tre settimane di repliche al Teatro Carignano il martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30.
Biglietti ad Euro 37 ed Euro 31 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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