regia ed interpretazione di Lorenzo Fontana e Nicola Bortolotti
direzione tecnica e luci Alberto Giolitti e Eleonora Sabatini
si ringraziano Maria Grazia Solano e Valentina Virando
Produzione Associazione Teatro Baretti e Invisibile Kollettivo
A questa legge non scritta non si sottrae Comparse, surreale piéce, proposta da Associazione Baretti ed Invisibile Kollettivo, in scena al Teatro Baretti di Torino per due settimane di fila in un coraggioso esperimento di tenuta nella sala del quartiere San Salvario: i bravi Lorenzo Fontana e Nicola Bortolotti danno voce e corpo a Mimmo e Rocco, due fratelli "comparse professioniste" abituati a sbarcare il lunario con piccoli ruoli da seconda o terza fila in film da cassetta come serie televisive. La loro è un’esistenza all’insegna dell’anonimato, come anonimi sono gli outfit, le quattro mura in cui vivono e, più in generale, lo stile di vita che li contraddistingue.
In perenne lotta tra l’esistere e il non esserci, combattono con curriculum da inviare o modulistica da compilare per sostegni economici che, tra le righe, sembrano vivere come offensivi della loro onorabilità, non di rado recandosi al cimitero sulla tomba di quel padre, manovale nel cinema che fu, a suo tempo responsabile di averli fatti innamorare della settima arte: una quotidiana battaglia contro l’invisibilità, professionale come sociale, che tra un bisticcio e l’altro combattono a colpi di scatolette di tonno senza nome, sognando baci impossibili come ancor più improbabili viaggi sulla luna.
Creature di lontana reminiscenza beckettiana, Lorenzo Fontana e Nicola Bortolotti sono maschere tante umane quanto dolenti in una vita vissuta ai margini: clown dalla faccia triste, ma dai modi sempre cortesi, attraversano una scrittura che ha il pregio di rimanere molto ancorata al presente, spiazzante riflesso di sogni ed aspettative, di delusioni e infelicità, dietro l’angolo nella frenetica quotidianità di tutti noi. Non è poi cosi difficile per lo spettatore rivedersi, e forse ritrovarsi, nei piccoli e semplici gesti di Mimmo e di Rocco come nelle loro tensioni quasi fanciullesche, nell’affannoso tentativo di non esser, per una volta nella vita, semplici comparse: e così a giochi fatti, trascorsi sessanta minuti, si esce dalla sala di Comparse con il retrogusto di un malinconico divertimento, amara consapevolezza di aver condiviso con due antieroi dei giorni nostri un grottesco viaggio tra alcune delle più inquietanti contraddizioni del presente.
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