ORESTE, Quando i morti uccidono i vivi, monologo di Francesco Niccolini portato in scena da Claudio Casadio con la regia di Giuseppe Marini, affronta senza filtri le tematiche dell’abbandono e dell’amore negato, soffermandosi su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa: in scena al Teatro Gobetti per la stagione dello Stabile torinese, in una continua alternanza di momenti drammatici e altri teneramente comici, lo spettacolo ha per protagonista Oreste, oggi uomo adulto internato nel manicomio dell’Osservanza a Imola dopo un’esistenza poco fortunata che lo ha visto prima passare da un orfanotrofio a un riformatorio, per poi approdare nella sua attuale casa perché, semplicemente, in Italia, un tempo andava così.
Da quelle quattro spesse mura dopo trent’anni non è ancora uscito, ultimo approdo di un vita che lo ha visto sempre trovarsi nel posto sbagliato nel momento peggiore, come testimonia la sequela di disgrazie che hanno costellato il suo passato più o meno recente: "la morte della sorella preferita - scrive la Compagnia – o la partenza del padre per la guerra: il suo ritorno dalla campagna di Russia tre anni dopo la fine di tutto e poi la sua nuova partenza, di nuovo per la Russia, per una fantastica carriera come cosmonauta. Ed ancora la morte violenta della madre che lo ha rifiutato quando era ancora ragazzino con i primi problemi psichici".
Di motivi per farla finita ce ne sarebbero tanti, ma Oreste è sempre allegro e gioviale: canta, disegna, non dorme mai, scrive alla fidanzata conosciuta a un "festival per matti" nel manicomio lucchese di Maggiano e soprattutto parla sempre: con i dottori, con gli infermieri, con un’altra sorella che di tanto in tanto viene a trovarlo, ma soprattutto parla con l’Ermes, il suo immaginario compagno di stanza, schizofrenico amico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Sempre in compagnia dei fantasmi prodotti dal suo inconscio, Oreste coltiva il sogno di un immaginario viaggio tra Imola e la Luna, itinerario fantastico da realizzare, attraverso la tenerezza disperata di un uomo abbandonato da bambino e che non si è più ritrovato, destinato a materializzarsi in scena con le tecniche del Graphic Novel Theater. "Con un’animazione grafica di straordinaria potenza, visiva e drammaturgica - conclude la Compagnia - Claudio Casadio darà vita e voce a un personaggio indimenticabile, affrontando con grande sensibilità attoriale il tema importante e delicato della malattia mentale".
Coproduzione Società per Attori e Accademia Perduta/Romagna Teatri, in collaborazione con Lucca Comics & Games, ORESTE, Quando i morti uccidono i vivi di Francesco Niccolini vedrà in scena Claudio Casadio diretto da Giuseppe Marini. Repliche al Teatro Gobetti martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, la domenica alle 15.30, con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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