con Chiara Bosco, Luana Doni, Federico Palumeri, Alessandro Pizzuto, Cristina Renda, Flavio Vigna. Voce fuori campo Maria Grazia Solano
assistente alla regia Federico Palumeri; progetto sonoro Filippo Conti; progetto luci Umberto Camponeschi; per il materiale di scena si ringrazia Risto-Self La Cadrega (Pianezza, TO)
una produzione Doppeltraum Teatro in collaborazione con Play with Food Festival / Il Gusto del Mondo / Terrazza Mascagni Teatro.
Tutto questo succede nei novanta minuti di All you can be(t), testo e regia di Elvira Scorza in prima assoluta per il cartellone di Play with food 2022: un viaggio a tratti comico e grottesco nel microcosmo di un ristorante a gestione familiare dell’anonima provincia italiana dove la figlia degli storici gestori decide, per svoltare con una cucina all’insegna della sostenibilità, di abbandonare le pietanze della storica carta per passare ad un menu "all you can eat" a km zero: tanto legittimo quanto ardito, il progetto deve fare i conti con l’umanità che popola la cucina del locale. A partire dal fratello chef con il vizio del gioco per arrivare all’anziano cameriere fedele alle comande su carta, più che su avveniristici tablet, passando per il tuttofare extracomunitario, intento ad imparare la lingua e a combattere un non meglio precisato "sistema", per finire con sorella e collaboratrice i cui destini lavorativi ancorché amorosi si intrecciano infuocando il clima generale.
Se è da subito chiaro come le questioni culinarie siano semplice pretesto per mascherare altre difficoltà, ecco far capolino amori finiti o passioni in corso tra mille difficoltà, conflitti generazionali e pulsioni di vivere il futuro che cozzano con il peso di un passato per alcuni da difendere strenuamente: da luogo di creazione la cucina diventa polveriera pronta ad esplodere dove aumenta sempre più la forbice tra lo ieri/oggi (il to be) e lo scommettere sul domani (il to bet), pena l'irrigidimento dei rapporti e l'aumento dei conflitti.
Con una scrittura dai ritmi un po' altalenanti il testo della Scorza gioca molto su questi fragili equilibri, spaziando dalla comicità al grottesco per poi ripiegare sul dramma di un’improvvisa scomparsa con cui render evidente a tutti la realtà per come essa è, nella speranza che di fronte al dolore collettivo si riesca a fare squadra, a indirizzare la prua verso un'unica, condivisa, direzione: Chiara Bosco, Luana Doni, Federico Palumeri, Alessandro Pizzuto, Cristina Renda e Flavio Vigna sono gli applauditi interpreti del ritratto di una generazione bulimica, uomini e donne che già molto hanno, di più forse vorrebbero, per nulla disposti a scendere a patti con un vissuto depositario di fragilità e contraddizioni. E così la cucina di Mamma Mimma, cui Maria Grazia Solano offre la voce fuori campo, diventa specchio di una società in fibrillazione tra benessere materiale ed illusioni di onnipotenza, tra la consapevolezza di quel che si ha ed un desiderio smodato di quel che si vorrebbe, umanissime pulsioni destinate a risolversi in un corto circuito di relazioni umane su cui lo spettatore non può non riflettere.
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