adattamento teatrale Vitaliano Trevisan; uno spettacolo di Valter Malosti con Roberta Caronia; scene Paolo Baroni; luci Francesco Dell’Elba; musiche originali Giovanni D’Aquila.
TPE – Teatro Piemonte Europa con il patrocinio di FELLINI 100 Celebrazioni per il Centenario della nascita di Federico Fellini
Prigioniera del suo corpo nel sofisticato costume di Patrizia Tirino, ancorata al centro della scena come creatura angelica, o all'opposto diabolica figura da girone dantesco, Giulietta è una donna-clown dall'esistenza tormentata chiamata a fare i conti con i fantasmi di una vita intera che assumono le fattezze di spettri pronti a transitare nella sua orbita di donna e sposa infelice: e se l'ampio vestito ricorda lo chapiteau di un circo capovolto, un classico della poetica felliniana, l’esile fisicità della protagonista occupa l’ambiente scenico nella declinazione di un racconto, sempre riferito in prima persona, in cui spazia da paure infantili a sospetti e certezze di un’età matura che la mette di fronte alla dura realtà dell'infedeltà coniugale. Il tutto in uno spettacolo fortemente visionario con Valter Malosti invisibile architetto di un edificio le cui fondamenta sono parole poetiche, con toni inclini ora alla commedia ora al dramma, al pari dell’originale tappeto sonoro di Giovanni D’Aquila pronto a farsi presenza fisica in una scena a tratti abitata da una componente immaginifica che rende il monologo un visionario testo corale.
E poi c’è lei, la Giulietta di Roberta Caronia, donna ferita e combattuta per lo splendido ritratto di una creatura solo in apparenza solitaria, in realtà cittadina di un universo di visioni e suggestioni che l’accompagnano nel coraggioso percorso di ricerca della verità: imprigionata nel costume, la Caronia sfrutta come meglio non potrebbe la fisicità di busto e braccia, delle mani e di quel volto capace di assecondare una modulazione della voce quanto mai indispensabile della definizione del personaggio. Prova d’attrice di assoluto spessore per il beckettiano clown con tanto di cuffia e guanciotte rosse cui va riconosciuto il merito di non aver ceduto alla tentazione di pericolosi istinti emulativi, preferendo la contaminazione del personaggio Giulietta con quella parte di sé che arricchisce l’esito finale di una sottile ma disarmante umanità.
GIULIETTA foto di Simone Turinetto.jpg