Al Premio Strega Tiziano Scarpa si deve la rivisitazione del capolavoro di Cervantes, rilettura che trasforma il viaggio di Aldonza, meglio conosciuta come Dulcinea, e Teresa Panza, moglie di Sancio, in una ricerca epica e sorprendente: "nel mio testo Aldonza - scrive Scarpa - è diventata una ragazza la cui vita è cambiata (in meglio o in peggio?) proprio a causa degli elogi iperbolici che don Chisciotte ha messo in giro sul suo conto. Ho cercato di mostrare il contraccolpo che le proiezioni e le aspettative amorose causano sulle persone in carne e ossa, in particolare sulle donne che subiscono le idealizzazioni maschili". Servendosi di una narrazione che gioca con il tempo, al cui interno trovano spazio situazioni del passato con tocchi contemporanei, conditi da anacronismi e riflessioni sull'oggi, lo spettatore seguirà le peripezie delle due donne sulle tracce di Don Chisciotte e del suo fedele scudiero, attività intrapresa per un motivo del tutto inaspettato: Aldonza, infatti, vuole incontrare l'uomo che ha esagerato con le parole, al punto da spingerla a cambiare per essere all'altezza della sua leggenda.
Concentrando l'attenzione su queste due figure femminili, la contadina che don Chisciotte trasfigura in Dulcinea e la moglie di Sancio, all'interno di un impianto teatrale che mescola parola e giochi d’ombre, Tiziano Scarpa ne riscrive la funzione e la personalità come se il capolavoro di Cervantes fosse rianalizzato con gli occhi di oggi: "il fatto - conclude Scarpa - è che Don Chisciotte è un libro ancora vivo, vivissimo, e continua a parlarci e a spiegare la nostra condizione di oggi. Per non parlare del fatto che questo personaggio occupa fisicamente libri, illustrazioni, souvenir, loghi, merci e tutta una serie di oggetti e immagini che incontriamo di frequente".
Alla stregua di Amleto e don Giovanni considerato figura chiave all'origine della sensibilità moderna, Don Chisciotte incarna per definizione la fame di esperienza di chi non si accontenta della propria situazione: per nulla deciso all'idea di rassegnarsi alla routine di piccolo possidente di campagna, don Chisciotte sogna una vita piena di avventure, immaginandosi come cavaliere errante.
Produzione Accademia dei Folli in collaborazione con Controluce Teatro d'ombre, ispirato a Don Chisciotte della Mancia di Miguel De Cervantes, Don Chisciotte e Donna Aldonza di Tiziano Scarpa è diretto da Carlo Roncaglia con in scena Enrico Dusio, Gianluca Gambino, Giovanna Rossi, Valter Schiavone e le ombre di Corallina De Maria.
Repliche al Teatro Gobetti giovedì 26, sabato 28 e lunedì 30 dicembre alle 19.30, venerdì 27 dicembre alle 20.45, domenica 29 dicembre alle 16, con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Martedì 31 dicembre replica alle 20.30 con biglietti a Euro 39 ed Euro 36. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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