Leggi il titolo, La bella addormentata nel bosco, e pensi ai racconti di Charles Perrault e dei Fratelli Grimm: arrivi a teatro e, con il passar dei minuti, realizzi come la versione firmata da Elena Serra per lo Stabile torinese, in scena nei fine settimana sino al 7 maggio, sia invece spettacolo più per adulti che per bambini, coraggiosa rilettura di un cult della letteratura di infanzia di cui si mettono in luce sfumature noir di vago stampo gotico.

Il proscenio del Teatro Carignano è lo spazio per il racconto della giovane Rosa, protagonista di un sonno lungo cent'anni prima delle nozze con l'immancabile Principe, ideale pretesto per riflettere sul passaggio all'età adulta e sul ruolo del tempo nell'educazione alla vita: l'alternanza di luce e buio come inquietanti giochi di ombre, uniti ad una (ri)scrittura linguisticamente non meno coraggiosa, se rischiano di compromettere la sensibilità dei più piccoli, già attenti conoscitori degli eventi e per questo poco inclini a possibili “variazioni sul tema”, confermano l'universalità di un messaggio che si sceglie di raffigurare prendendo le distanze dai tradizionali canoni del teatro ragazzi. Trattandosi però pur sempre di fiaba l'happy end deve esser garantito: è con l'arrivo del Principe che si attua, infatti, la svolta in chiave più moderna e pop, compreso tormentone musicale a risuonare tra gli austeri velluti del Carignano.

Di tutto questo articolato impianto sono artefici gli applauditi Vittorio Camarota, Giorgia Cipolla, Clio Cipolletta, Marta Cortellazzo Wiel, Marcello Spinetta e Beatrice Vecchione, scatenati interpreti di una movimentato pomeriggio scandito da un incalzante e coinvolgente ritmo che il pubblico di grandi e piccini mostra di gradire con sonori applausi finali.