Testo complesso, quello de Il Giardino, all'interno del quale emergono, per poi subito scomparire, le principali pulsioni dell'imminente Novecento, gettando più di uno sguardo su quelle classi sociali che si sarebbero distinte ad inizio secolo per l'affannosa ricerca di maggior spazio: ed a ben vedere sarà proprio nell'istantanea della famiglia aristocratica protagonista, radunata in una casa di campagna prossima ad esser messa all'asta, che sarà possibile cogliere i primi vagiti del processo di trasformazione sociale e civile destinato a coinvolgere l'intera Europa.
La stessa lingua, solo in apparenza anonima e quotidiana, è in realtà la manifestazione esteriore di quella forza dell'animo che ammorba i singoli personaggi, individui ciascuno con la propria storia ricca di pochi successi e molte sconfitte: “agli attori - conclude Malosti - è richiesto un dispendio di energia enorme, devono usare la tecnica, il ritmo del vaudeville e contemporaneamente far passare la vita, far scorrere impetuoso il flusso dell’emotività”.
Prodotto dal Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Il giardino dei ciliegi avrà la regia di Valter Malosti e l'interpretazione di Roberto Abbiati, Giovanni Anzaldo, Natalino Balasso, Elena Bucci, Gaetano Colella, Federica Dordei, Roberta Lanave, Camilla Nigro, Piero Nuti, Fausto Russo Alesi e Jacopo Squizzato: fino al 30 ottobre repliche martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30. Biglietti ad Euro 36 ed Euro 30 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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