Ambientato in un cimitero, il racconto prende forma dal dolore e dai timori di un uomo che ha trascorso la propria giovinezza a nascondersi dietro convenzioni e menzogne, a simulare una vita non sua e a celare ogni emozione autenticamente provata: quando decide di parlare con sua madre, lei ormai non c’è più. Eppure dirle la verità ha comunque un senso, ha un valore esistenziale: le rivela di essere omosessuale, o ``masculu e fiammina” come avrebbe detto lei. Si ritrova a raccontarsi con voce tranquilla e pacata, quella voce che gli è mancata durante tutta la giovinezza, quando era impegnato a difendersi dalle dicerie tipiche del suo paese, a evitare di essere un’occasione di preoccupazione per la sua famiglia. Tornano alla mente i ricordi di quando sua madre lo osservava, intuiva, domandava in silenzio, provava a capire cosa suo figlio tenesse segreto; si limitava, però, soltanto a dirgli ``Statti attìantu” mentre lui chiudeva il portone per uscire di sera.
La scena, ambientata in un meridione costellato di tombe, neve e misteriosa assenza di qualsiasi suono, si presta ad essere, in realtà, un confortevole confessionale all’interno del quale il protagonista prova a deglutire gli anni di cruccio e conversazioni superficiali. Catarsi finale, si raggiungerà quella sensazione di essere liberi di raccontarsi, di superare i fronzoli a cui tutti piano piano si abituano.
Produzione Scena Verticale di e con Saverio La Ruina, con musiche originali di Gianfranco De Franco, per Masculu e Fiammina appuntamento sabato 10 marzo 2018 alle 20.45: biglietti a Euro 14 ed Euro 12 con info e prenotazione allo 011.52.17.099 o su www.teatriindipendenti.org.
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