Al solito insieme di elementi grotteschi, comici e tragici, la vicenda ha per protagonista un re che commette l'insolito errore di utilizzare una gallina apparentemente morta per pulirsi le terga: mai errore fu più grave se è vero che il volatile, peraltro in ottima salute, penetra nel corpo del sovrano, risale attraverso le viscere, stabilendosi nelle sue interiora e consumando tutto ciò che viene deglutito: esito finale della curiosa intrusione sarà che il re inizia ad espellere uova d'oro fino ad esaurirne le forze a tal punto da indurlo a lasciarsi morire di fame, decisione coraggiosa affatto condivisa dalla sua corte per nulla disposta a rinunciare alle uova d'oro.
"Giambattista Basile - scrive Emma Dante - è un narratore, anzi un affabulatore, un inventore di favole che sempre molto hanno a che fare con la realtà. È un grandissimo creatore di visioni, grazie soprattutto al linguaggio intriso di magia che impiega, ma allo stesso tempo è molto concreto, estremamente terreno": a fronte di un'architettura immaginifica edificata attraverso il particolare uso del linguaggio, nelle sue favole sono sempre rintracciabili elementi che corrispondono alla nostra realtà, ad un presente così lontano dai suoi tempi e dalle sue atmosfere, ma non per questo meno credibile per l'uomo contemporaneo.
Nell'attività di riscrittura di questa novella, la regista siciliana ha puntato l'attenzione su concetti chiave quali avidità, anaffettività e mancanza di empatia, tutti elementi non di rado caratterizzanti il quotidiano delle famiglie di oggi: ed è proprio di un nucleo famigliare, per quanto di estrazione regale, che si parla in Re Chicchinella mettendo in luce tutte le sue miserie, prima di tutte la solitudine, all'interno di una comunità così apparentemente felice nel benessere.
Il capofamiglia è solo, malato ed abbandonato, circondato da persone interessate agli averi e ancor di più a quelle uova d'oro che, incidentalmente, produce da quando si ritrova ad avere dentro di sé l'inatteso ospite: "nella mia rivisitazione - conclude la regista - questo è diventato il nodo drammaturgico dello spettacolo, che, a poco a poco, con il procedere delle scene, si trasforma in una visione, in un incubo, un sogno. Sconfina nell'irreale, restando ancorato al concreto della distanza che, talvolta, si crea nelle famiglie, per la mancanza di sentimento e a causa di interessi che prevaricano sugli affetti".
E così anche l’arrivo dell’elemento morte non coinciderà con la fine di tutto ma, attuando una prassi frequente nelle pagine di Basile, a un nuovo inizio, alla trasformazione dell'elemento originario in qualcos'altro, rendendo la narrazione un racconto ambivalente, a tratti anche gioioso e divertente, per quanto segnato da malattia ed ipocrisia.
Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro D’Europa, Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto–Teatro Nazionale, Carnezzeria, Célestins/Théâtre De Lyon, Châteauvallon-Liberté Scène Nationale e Cité du Théâtre–Domaine d’O–Montpellier/Printemps des Comédiens, libero adattamento da Lu cunto de li cunti di Giambattista Basile scritto e diretto da Emma Dante, Re Chicchinella vedrà in scena Angelica Bifano, Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Odette Lodovisi, Yannick Lomboto, Carmine Maringola, Davide Mazzella, Simone Mazzella, Annamaria Palomba, Samuel Salamone, Stephanie Taillandier e Marta Zollet: al Teatro Carignano martedì 8, giovedì 10 e sabato 12 aprile alle 19.30, mercoledì 9 e venerdì 11 aprile alle 20.45, domenica 13 aprile alle 16, con biglietti ad Euro 37 ed Euro 34. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it
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