Viaggio sulle ali della poesia tra deliri, pensieri e sensazioni, cresciuti in un contesto di segregazione prossimo all’inferno, luogo fisico e spazio mentale in cui venendo meno ogni sensibilità umana si azzera completamente la capacità di autonomia del singolo individuo: le speranze ed i dolori della vita a stretto contatto con una poesia unica arma per reagire alla ricerca di una via di fuga che apra la strada della libertà ed allontani l’oblio dei sensi.
"E’ un po’ abusato il termine poeta - scrive Ivana Ferri - contaminato, speso male, spesso usato in modo non appropriato: ma a lei, ad Alda Merini piaceva usarlo, ci si identificava al punto che parlava in terza persona del poeta, un plurale maiestatis che faceva tenerezza": la poesia come parte della propria vita per rapportarsi con l’altro con quel mondo esterno così ostile e minaccioso. Avvolta nelle sue grandi collane, con l’immancabile rossetto e la compagnia fedele di una sigaretta, più che una poetessa Alda Merini era la poesia, solita parlare della vita, dell’amore e del manicomio con una disarmante profondità e semplicità, comunicando con i suoi versi al pari di quegli stessi occhi che avevano attraversato il tunnel dell’Ospedale Psichiatrico e visto direttamente la faccia più scura della nostra società.
Produzione Tangram Teatro Torino diretta da Ivana Ferri, Alda Merini. Una serata diversa vedrà in scena Lucilla Giagnoni: repliche al Teatro Astra venerdì 17 e sabato 18 dicembre alle 21, domenica 19 dicembre alle 17, con biglietti a Euro 25 ed Euro 17. Info al 011.56.34.352 o su www.fondazionetpe.it.
Lucilla Giagnoni.jpg