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La resa dei conti nel salotto de LE PRENOM 
a cura di Roberto Canavesi
Visto a San Pietro in Vincoli di Torino venerdì 3 dicembre 2021
di Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière 

con Agnese Mercati, Federico Palumeri, Alessandro Cassutti, Lorenzo De Iacovo, Giulia Cerruti 

voce fuori campo Matilda Leone; elementi di scena Maurizio Fò; assistenza tecnica Chiara Bosco; foto di scena Stefano Roggero 

Una produzione CRACK24 / DOPPELTRAUM TEATRO
Nomen omen, recita una vecchia locuzione latina, nel nome il destino di una persona: chissà se deve averlo pensato Vincent quando, nella più classica cena conviviale con sorella, cognato ed amico di infanzia, rivela per l’imminente nascita del figlio la scelta del nome Adolph, per lui richiamo letterario all’omonimo romanzo di Benjamin Constant, in realtà da tutti letta come allusione hitleriana, pur in una differente grafia.
Uno scherzo, o se si preferisce un divertissment, di cui Matthieu Delaporte ed Alexandre de La Petèlliere si sono argutamente serviti per confezionare Le prénom. Cena tra amici, esilarante commedia, negli anni anche non meno divertente pellicola cinematografica, che Crak24 e Doppeltraum Teatro portano in scena con esiti più che apprezzabili: meccanismo comico rasente la perfezione, la pièce è un susseguirsi di risate e situazioni che si autoalimentano in un contesto famigliare prossimo alla deflagrazione.

Se Adolph/Adolf è la miccia che incendia gli animi di Vincent da una parte, e di Elisabeth, Pierre e Claude dall’altra, la querelle onomastica ben presto diventa il primo pretesto per una serie di round combattuti nel salotto ring dei padroni di casa, incontri-scontri tra i diversi personaggi, cui si aggiungerà la non meno combattiva moglie di Vincent, per improvvisate rese dei conti che scavano nelle vite dei singoli non risparmiando giudizi feroci ai limiti della cattiveria: nel gioco di specchi che va in scena con ogni personaggio depositario di segreti, ed al tempo stesso pronto a rinfacciare tensioni mai sopite, si mette alla berlina un’intera fetta di società, quella media borghesia di buona cultura de sempre abituata ad un’esistenza filtrata con maschere sociali, dove specifici giudizi sui singoli "tutti li pensano ma nessuno li dice" seguendo un modus vivendi improntato alla meschinità ed al non detto. E’ cosi che la ipotizzata omosessualità di Claude si risolve nella scoperta di una decennale relazione tra l’uomo e Francoise, madre di Elisabeth e Vincent, o che il quadretto da famiglia idilliaca delle due coppie di coniugi si riveli in realtà fondato su fondamenta assai fragili.

E se instabili sono le basi al primo scossone la casa inevitabilmente crolla, richiedendo a tutti un continuo e frenetico rimescolamento della carte che gli a lungo applauditi Agnese Mercati, Federico Palumeri, Alessandro Cassetti, Lorenzo De Iacovo e Giulia Cerruti rappresentano nella composizione di una scena spoglia con una serie di mattoni a definire gli spazi dell’azione in un continuo gioco di costruzione/distruzione dove tutti, nessuno escluso, rivestono il comico e cinico ruolo ora di vittime, ora di carnefici: quel che emerge nei novanta minuti filati è un ritratto tanto grottesco quanto spietato di una generazione allo sbando, di quel salotto borghese, a fine Ottocento travolto a teatro dalla rivoluzione ibseniana, pronto a rivivere in tutte le sue contraddizioni e debolezze con toni mai farseschi, semmai sempre attento a sbattere in faccia allo spettatore le sue ataviche fragilità ed ipocrisie.
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    Le prénom (Foto di Stefano Roggero).jpg
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