“Una donna del popolo - è scritto nella presentazione - questa Mater Strangosciàs umile, semplice, che piange la perdita del figlio, che gli chiede perché gli uomini debbano patire così tanta sofferenza. Che domanda la ragione, il senso di quel Sì che lo ha portato al sacrificio più grande”: in abiti dimessi, seduta su di una seggiola in un'anonima cucina di un'ancor pià modesta casa, la Madonna testoriana si mostra al tempo stesso Maria e Madre. Una disperata invocazione scritta da un Testori ormai già gravemente malato, e che proprio per questa particolare condizione del suo autore arriva ad assumere la valenza di testamento artistico e spirituale di un uomo prossimo a fare i conti con la propria vita. Il tutto servendosi della tradizionale lingua testoriana, un idioma reinventato mescolando il dialetto brianzolo con il latino, lo spagnolo e il francese: “Mater è una figura che porta a riflettere sul dolore dell'esistenza umana con il desiderio di lasciare ai posteri non un lamento disperato, bensì un sorriso di speranza”. Un accorato lamento funebre destinato a diventare gioioso inno alla vita in una magica comunione di parole e musica cui daranno vita in scena le parole dell'interprete e la fisarmonica di Giulia Bertasi.
Prodotto da ATIR Teatro Ringhiera, con la regia di Gigi Dall'Aglio, la Mater strangosciàs di Arianna Scommegna sarà in scena al Cubo Teatro per due sere alle 21 con biglietti a Euro 10 ed Euro 8: info e prenotazioni all’email prenotazioni@cuboteatro.it o al numero 346.4739049.
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