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Quanto è difficile vivere l'INTIMITA'
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro bellARTE di Torino venerdì 15 marzo 2019
uno spettacolo di Amor Vacui 

scrittura condivisa Lorenzo Maragoni, Andrea Bellacicco, Eleonora Panizzo, Andrea Tonin,Michele Ruol; ideazione e regia Lorenzo Maragoni

con Andrea Bellacicco, Lorenzo Maragoni, Eleonora Panizzo

luci Elisa Bortolussi; organizzazione Leila Rezzoli

produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale / La Piccionaia – Centro di
Produzione Teatrale in collaborazione con Armunia Centro Residenze Artistiche Castiglioncello – Festival Inequilibrio
Divertente, spiazzante, ma soprattutto tremendamente reale è il viaggio nell’Intimità che i ragazzi di Amor Vacui realizzano nell'ora filata di racconti e suggestioni in una scena spoglia nella quale si collocano, anch'essi semi vestiti, gli applauditi Andrea Bellacicco, Eleonora Panizzo e Lorenzo Marangoni.

Una legge non scritta del teatro individua come possibile elemento di "disturbo” per lo spettatore la possibilità di rivedersi in tutto quello che dalla scena si ribalta in platea: in barba alla fantomatica quarta parete è concreto talvolta il rischio, in un suggestivo gioco delle parti, per chi si trova seduto comodamente in platea di riconoscersi nei racconti e nelle azioni agite in scena. In Intimità succede tutto questo all'interno di un meccanismo di spiazzante semplicità e forse, proprio per questo di ancor più inquietante presa sul pubblico.

Tre interpreti si diceva, due ragazzi ed una ragazza intorno ai trent'anni, sono gli artefici di una narrazione immaginata intorno a come vivere un’intimità intesa come urgenza di costruire e gestire il proprio rapporto con l’altro, facendo possibilmente tesoro degli errori derivanti dall'esperienza di vita. Questione elementare, al tempo stesso di estrema complessità, che si tramuta in una serie di domande pronte a spaziare dal pubblico al privato, dal generale al particolare, che con toni leggeri e dissacranti il terzetto di interpreti illustra ad uno spettatore sempre più consapevole di esser entrato a pieno titolo nel congegno dello spettacolo. E se fino a prova contraria ogni domanda presuppone una risposta, per Intimità di Amor Vacui si fa un’eccezione, fermandosi un attimo prima di possibili risposte di comodo per lasciare spazio alla consapevolezza, a tratti anche dolorosa, di come alla fine siamo sempre noi gli unici artefici del nostro destino. 

Uno spettacolo che non intende insegnare nulla, né lasciare eredità morali, semmai riaffermare come spogliati di ogni maschera ci spossa ritrovare su di un palco a parlare di sé e del proprio passato, delle proprie paure e dei propri sogni, di tutte quelle cose  che poi, alla prova della scena, sono anche patrimonio di chi ascolta e guarda.
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