Drammaturgia Valeria Sara Lo Bue; con Erika La Ragione; regia Valeria Sara Lo Bue; disegno Luci Claudia Borgia; tecnico Andrea Gagliotta
Produzione Zagara Teatro
Sedia, borsa a forma di bauletto, piazzato sopra la testa, ed il gioco è fatto per il racconto di una passione nata ai tempi dell’asilo, cresciuta con le scuole, coltivata in anni universitari a dir poco confusi, e letteralmente esplosa anche con l’appoggio di una famiglia sempre pronta ad assecondare e mai ad ostacolare. Dotata di indubbia presenza scenica, Erika La Ragione veste, oggi da donna, i panni della ragazzina che fu, pronta a vivere Roma, Milano ed alla fine Torino pur di veder realizzato il suo sogno di attrice. E se c’è un merito da riconoscere all’intera operazione, questo è proprio il fatto di trasudare verità, di essersi con coraggio e disincanto spogliata di ogni possibile maschera per raccontare e raccontarsi in tutta la sua disarmante umanità: il grande amore incontrato appena arrivata a Torino e l’incubo della precarietà di una ragazza di oggi verso cui dalla platea non si può non provare simpatia ed affetto. Una vicinanza che diventa inossidabile patto sul buio finale con le parole della cechoviana Nina risuonare come poetico congedo ed al tempo stesso ritornello di un'esistenza, teatrale e non solo, vissuta a pieni polmoni.
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