scene Luigi Ferrigno
musiche Massimiliano Gagliardi
con MARIA AMELIA MONTI e MARINA MASSIRONI
Sul palcoscenico il minimo indispensabile, mentre la scenografia si affaccia virtualmente realistica dietro i primi piani delle interpreti ben visibili sugli schermi giganti sopra il palco.
Lo spettatore può vedere la realtà dei corpi delle attrici in basso oppure rivolgere lo sguardo verso l'alto e sbirciare la proiezione di quella realtà arricchita da sfondi fatti di letti disfatti, di cucine con bricchi fumanti, insomma delle stanze delle case dove risiedono le due amiche.
Già la scenografia sopra descritta riesce perfettamente a comunicare l'esistenza di questi due mondi paralleli che si influenzano a vicenda rispecchiandosi in maniera deformata. Nello spettacolo viene data l'opportunità allo spettatore, opportunità unica aggiungerei, di rivolgere lo sguardo ora ad un mondo ora all'altro e finire così per costruire una sorta di regia personalizzata dello spettacolo stesso, che si compone del montaggio degli sguardi.
Il testo, complesso nonostante la leggerezza con cui viene interpretato dalle protagoniste, affronta la natura delle relazioni sentimentali e sociali in un momento caratterizzato da grandi eventi e continui cambiamenti. Da una parte una pandemia mondiale che ci ha visti costretti nelle nostre case, dall'altra la possibilità di affacciarsi al mondo esterno grazie alle nuove tecnologie che vanno spesso a sostituire gli incontri di persona. Da una parte una coppia datata, scoppiata, che a malapena si parla e dorme in stanze separate, dall'altra una donna matura con un passato costellato da numerose esperienze sentimentali fallite con uomini poco affidabili. Il ritratto che ne esce è decisamente impietoso... ma il testo è molto ironico e le attrici sono perfette per calcare questa ironia; con grande esperienza riescono a dare risalto ai dialoghi decisamente surreali a volte, incalzando con un ritmo che accompagna lo spettatore lungo tutto lo spettacolo senza mai lasciarlo, a parte il tempo di qualche video che prende il posto delle protagoniste evidentemente impegnate in passatempi online.
Terzo protagonista di questo spettacolo il virtuale/reale e misterioso marito invisibile. Un marito inizialmente perfetto che poi risulta però avere difetti proprio il resto degli uomini in carne ed ossa. Allora cosa resta alle protagoniste, donne contemporanee, ma d'altri tempi? Forse una trasformazione verso una nuova dimensione spaziale dove si è tutto e si è niente, dove forse essere invisibili almeno ha un senso, finalmente, al contrario di quando invisibili lo si era senza esserlo veramente. Che sia la rivoluzione verso la libertà o un'ennesima moda di massa non è dato sapere... a meno che l'autore, Edoardo Erba, non ci scriva il sequel.
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