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Arti performative e multidisciplinarietà protagoniste al TORINO FRINGE FESTIVAL 2023
a cura di Roberto Canavesi
Con Cecilia Bozzolini alla scoperta dell’undicesima edizione della kermesse torinese
Torino, da venerdì 12 a domenica 28 maggio 2023
Dal 2013 abituale appuntamento di primavera, torna anche quest’anno il Torino Fringe Festival, indigestione teatrale di spettacoli ed appuntamenti vari che per due settimane invaderà pacificamente numerosi spazi cittadini con il suo carico di proposte dai differenti generi: e se i numeri complessivi dalla prima edizione parlano di una rassegna in costante crescita, ospitalità di oltre 300 compagnie nazionali e internazionali per un totale di 2000 repliche in 70 spazi di Torino al chiuso e 35 all’aperto cui hanno partecipato più di 100.000 spettatori, le premesse dell’undicesima annata non sono da meno con 26 spettacoli teatrali di artisti e compagnie internazionali, di cui 7 prime nazionali, in 15 differenti spazi per un totale di 165 repliche. Ed ancora 2 eventi itineranti e 12 eventi speciali che trasformeranno la città in un palcoscenico diffuso a cielo aperto: secondo prassi le due settimane in programma vedranno una sorta di doppio cartellone, con gli spettacoli in scena da martedì 16 a domenica 21 maggio lasciare il palco della stessa sede ad altri titoli replicati da martedì 23 a domenica 28 maggio.
Come ogni rassegna che si rispetti anche il Fringe si accompagna ad un tema guida che, per il 2023, sarà Unboxing Pandora, rilettura e rivisitazione del mito di Pandora per trasformare paure e tematiche attuali in arte e bellezza: con la direttrice artistica Cecilia Bozzolini abbiamo scambiato due chiacchiere al proposito per meglio conoscere il ricco programma ai nastri di partenza.

Il cartellone del Torino Fringe Festival è l’esito finale di un lavoro di selezione che parte da lontano e interessa tutti i restanti mesi dell’anno: vuoi raccontarci cosa c’è dietro ad ogni edizione targata Fringe?
"Questa domanda è per noi molto importante perché ci permette di rendere trasparente un lavoro di squadra verrebbe da dire lungo un anno: finita un’edizione, infatti, si fa da subito un riassunto su come sia andata, individuando i punti di forza e le aree di miglioramento. Nel mese di giugno si inizia poi a preparare il bando che uscirà subito dopo l’estate, lavorando al contempo sull’individuazione degli spazi che si vuole andare ad intercettare pensando alle linee guida per la call degli artisti. In autunno parte la vera e propria call che ogni anno ci riserva numeri importanti: tra settembre e dicembre 2022 sono arrivate quasi 700 candidature visionate integralmente con un attento lavoro full time che coincide con una prima fase di selezione e sgrossamento. Le proposte arrivano da tutto il mondo e sono di vario tipo anche se basarsi sull’esclusiva analisi video è sempre attività molto complicata.
L’ultima fase è la compilazione del cartellone che si chiude intorno a gennaio quando, parallelamente, si inizia a lavorare agli eventi speciali che richiedono un impegno mirato, in quanto ogni appuntamento deve esser studiato ad hoc per lo spazio in cui si decide di programmarlo"
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Il tema di quest’anno richiama la figura di Pandora, personaggio mitologico che contravvenendo agli ordini di Zeus apre il famoso vaso liberando tra gli uomini tutti i mali in esso contenuto: quali le declinazioni del mito da voi immaginate?
"A dire il vero il tema 2023 è formato da due parole, Unboxing e Pandora, un’azione di apertura consapevole collegata al mito: l’interpretazione che vorremmo dare è un’accezione positiva, con l’apertura del tanto discusso vaso che spiana la strada alla curiosità, il più grande motore umano della scoperta. Ogni artista ha questo grandissimo ruolo, leggere ed interpretare la realtà che deve decodificare e tradurre attraverso il suo personale linguaggio. Detto questo il programma è a tutti gli effetti un vaso di Pandora, insieme di eventi ed appuntamenti in apparenza diversi tra di loro per quanto tutti accomunati dal desiderio di lettura della società e del periodo storico che ci troviamo a vivere".

Come ogni anno la proposta artistica del Fringe è interdisciplinare: dalla prosa al nuovo circo, dalla stand up comedy al teatro musicale con alcune significative incursioni nel teatro di matrice civile. Come è cambiata nel corso degli anni l’offerta al pubblico?
"Inizialmente il Torino Fringe Festival nasce come rassegna di spettacoli di prosa, senza lasciare un grande spazio ad incursioni di differente generi performativi: questo si spiega in parte con il fatto che gli originali fondatori erano una quarantina di compagnie torinesi, molte delle quali in scena con i loro spettacoli, che con l'inevitabile doppio ruolo precludevano aperture ad altri generi che non fossero la prosa. Anno dopo anno si è poi iniziato a pensare a sondaggi di nuovi ambiti artistici, pur sempre in una programmazione strutturata con specifiche sezioni (musica come teatro di strada, arte visuale e prosa): da un paio di anni il Torino Fringe Festival è da vivere come insieme di titoli senza specifiche etichette, cartellone che spazia tra differenti linguaggi per un percorso che offre al pubblico la possibilità di vivere incontri con lo spettacolo dal vivo all’interno di un meccanismo certo molto differente da quello delle prime edizioni.
A tutto questo, inutile forse aggiungerlo, si deve sempre aggiungere la componente legata alle disponibilità economica, componente di sicuro poco artistica con cui si deve sempre fare i conti, consapevoli di come possa rappresentare il maggior ostacolo da superare"
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Dal centro città alle periferie, il Torino Fringe Festival è rassegna itinerante che cerca di coinvolgere il maggior numero di spazi e realtà del tessuto urbano: in questi anni avete riscontrato un cambiamento nei rapporti con la città?
"Si può e deve parlare di un deciso, e quasi sempre positivo, cambiamento nei rapporti con territorio ed istituzioni: se all’inizio volevamo un po’ emulare la formula di Edimburgo, con spettacoli realizzati anche i contesti affatto teatrali che richiedevano condizioni organizzative di un certo tipo, negli ultimi anni abbiamo modificato il nostro approccio in materia di pianificazione ed organizzazione. In primis dall’individuazione degli spazi interessati, attenzione che ci ha portato ad una maggiore apertura verso luoghi fino a qual momento mai presi in considerazione, per cosi dire sacrificati ad una logica di riproposizione ogni anno delle stesse location: e se questo aspetto interessa il rapporto con il territorio, non dobbiamo comunque dimenticare che c’è poi il continuo incontro e confronto con la componente istituzione, scambio che richiede di aprire ogni anno la porta a nuovi legami e rapporti tutti da costruire".

Anche quest’anno si rileva la presenza di ospitalità internazionali, nello specifico di quattro compagnie provenienti dall’Europa e dal resto del mondo: quanto è un importante, oggi, per un festival aprirsi ad una respiro internazionale?
"Per noi, e soprattutto per me nel quadro della direzione artistica, è aspetto fondamentale, non solo importante: ma per rispondere a questa domanda si ritorna a quanto accennato sopra, più sono i mezzi a disposizione maggiore è l’apertura che il Festival si può permettere in termini di ospitalità internazionali. È ovvio che accogliere progetti non italiani significa offrire al pubblico una ventata d’aria fresca diversamente di difficile fruizione: nello specifico quest’anno ospiteremo l’argentino Teatro Corporal con la prima nazionale del suo The Evoluciòn Humana. Una diabolica escursione nel gioco della commedia umana, tributo in salsa sudamericana ad uno dei patrimoni italiani per eccellenza come il magico mondo della Commedia dell’Arte e dei comici all’improvviso".

Tutto il programma del Torino Fringe Festival edizione 2023 è disponibile e consultabile sul sito www.tofringe.it e su app.tofringe.it, siti ufficiali della manifestazione dove è possibile trovare indicazione per acquisto biglietti e carnet abbonamenti.
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