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La clownesca umanità del Mozart di Giuseppe Cederna
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Gobetti di Torino martedì 13 novembre 2018
di e con Giuseppe Cederna 

regia Ruggero Cara, Elisabeth Boeke 

musiche eseguite dal vivo Sandro D’Onofrio 

scene Francesca Sforza; costumi Alexandra Toesca; luci Paolo Latini

Art Up Art in collaborazione con Teatro Franco Parenti
“Riuscite a vedermi?” non è una semplice domanda, è qualcosa di più, un’accorata richiesta che Mozart rivolge al pubblico con maniacale cadenza quasi a voler scongiurare il peso dell’oblio e della solitudine: lui Mozart, il grande artista, ma soprattutto l’uomo combattuto, fanciullo mai cresciuto che si diverte a scoreggiare per casa o a farsi beffa di chi gli sta intorno, è l’assoluta protagonista di Mozart. Il sogno di un clown, l’eccellente monologo musicale scritto ed interpretato da Giuseppe Cederna con il preziosissimo accompagnamento musicale di Sandro d’Onofrio.

Son passati giusto trent'anni da quando per Cederna, mossi i primi passi nel teatro di strada tra i sampietrini di piazza Navona, si spalancano le porte del teatro serio con la scrittura nell'Amadeus di Peter Shaffer diretto da Mario Missiroli. Spettacolo che ha segnato un’epoca ed una carriera, e cui ora si ritorna per un’ideale chiusura del cerchio: un ritorno che l’attore e scrittore romano celebra in una bellissima pagina di teatro musicale, immersione a tutto campo nell'universo mozartiano di cui si mettono in luce non solo i ben noti risvolti artistici, quanti le forse meno conosciute fragilità e debolezze umane. E’ un umanissimo Amadeus quello che prende vita in scena tra parrucche incipriate, costumi d’epoca e reminiscenze artistiche come di vita famigliare: e se nel sottofondo musicale c’è tanto dell’immenso artista, nell'ininterrotto racconto che parte dalle origini c’è molto dell’uomo, di un’anima a tratti sofferente ma sempre innamorata della vita, di un eterno bambino che non sembra voler accettare il trascorrere del tempo. Muovendo dal presupposto che comprendere un genio è impossibile se non si riesce a capire se stessi, definizione presa in prestito dalle parole di Wolfgang Hildesheimer, tra i più grandi biografi di Mozart, si materializza in scena l'omaggio all'arte dell’attore, ad un artista artigiano che non si prendersi mai troppo sul serio capace com'è di emozionare e divertire. E di emozioni e momenti ilari, il recital di Cederna è pieno, nella definizione di un percorso di vita che incornicia i viaggi per l’Europa come gli amori, i successi e i fallimenti, i contrastati rapporti con la madre, il denaro, le privazioni: e quando il racconto sta per farsi sogno, ecco risuonare quel “riuscite a vedermi?” che ci ricorda come Amadeus fosse innanzitutto un uomo, individuo prima che divino artista di cui lo splendido Giuseppe Cederna ci restituisce in pieno una clownesca ed a tratti dolente umanità.
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