con Melania Giglio e Martino Duane, impianto scenico Fabiana Di Marco, costumi Giovanni Ciacci
Visto all'Off-Off Theater di Roma il 28 novembre 2017
La trama è tutta qui, la scena buia raccoglie vecchi tappeti, vecchi dischi, vecchie poltrone. La regia è fumosa, cupa, ma vibrante nei momenti in cui Edith torna a cantare, improvvisamente carica di energie. Lo spettacolo è quasi una scusa per mettere in scena un récital, cui gli attori, Melania Giglio e Martino Duane, entrambi indiscutibilmente in parte, fanno da sostegno. Come ci si aspetta mettendo in scena una tale iconica artista, sono infatti le canzoni il senso vero della piéce, ed è l’abilità interpretativa di Melania Giglio a dare il senso vero e profondo ad un testo messo giustamente a servizio del personaggio.
Nel dramma che precede la fine acquista una leggerezza inaspettata la voce roca di questa donna nervosa e arrabbiata con la vita. La forza e il limite di Edith sono nel suo lato oscuro, nel freddo dei marciapiedi che mai ha abbandonato le sue ossa, nella miseria della strada che il suo animo non ha mai dimenticato. E il suo canto ha una potenza insospettabile, librandosi da un corpo contorto, mettendo a nudo all’improvviso tutta la fragilità di un’anima segnata, disperatamente sola, da sempre e nonostante tutto.
Il risultato è un trascinante viaggio attraverso la tragica poesia di questa grande artista del Novecento, gli applausi scrosciano entusiastici e interminabili.