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A TREND il Manuale per scommesse sulla morte di Gary McNair
a cura di Donatella Codonesu
A Gambler’s Guide to Dying è l’ironica storia di un giocatore incallito che arriva a scommettere sulla propria vita, mostrandoci una singolare via all’immortalità attraverso le storie che lasciamo nel mondo
di Gary McNair, traduzione Natalia di Giammarco, regia Giampiero Rappa, con Stefano Patti

assistente alla regia Giulia Malavasi, produzione Teatro Belli in collaborazione con il Teatro Piccolo Re di Roma

Teatro Belli 24-25 ottobre 2017
Inaugurata il 20 ottobre con il genio comico di Alan Bennett (Talking Heads II, tradotto e diretto da Valter Malosti, in scena Michela Cescon), la rassegna TREND curata da Rodolfo di Giammarco, che da 16 anni porta al Teatro Belli di Roma le “nuove frontiere della scena britannica”, si conferma uno degli appuntamenti più interessanti della capitale.

Secondo appuntamento sull’onda di un umorismo decisamente british, A Gambler’s Guide to Dying porta il testo di Gary McNair che ha debuttato al Fringe di Edimburgo nel 2015 vincendo lo Scotsman Fringe First e l’ Holden Street Theatre Award, per poi iniziare un tour internazionale che dall’Australia lo porterà al festival di Spoleto nel 2018.

Questo mini capolavoro arriva dunque in Italia nella traduzione di Natalia di Giammarco, diretto da Giampiero Rappa e interpretato da Stefano Patti. L’attore fa sua la storia paradossale di un nonno imbroglione e bugiardo, irresistibile antieroe che passa la vita a giocare d’azzardo. Un personaggio che conquista da subito la platea, attraverso un racconto carico di verità, convincendola che l’insana passione non ha a che fare con il denaro, ma con il colorare la vita di legittima speranza, e non è quindi da biasimare.

Archie Gamble, nomen omen, sostiene con lucida determinazione una vera e propria filosofia del giocatore secondo cui la scommessa non è un fine, ma un efficace mezzo per riempire l’esistenza di una gioiosa attesa che sempre contiene in sé, potenzialmente, una vittoria. Nel ricordo affezionato del nipote, Stefano Patti impara (e ci insegna) che il senso della vita è, letteralmente, una scommessa. E il duplice significato del titolo implica che siamo tutti giocatori, scommettendo sull’immortalità che possiamo raggiungere attraverso ciò che di noi lasceremo in eredità al mondo.

La regia è pulita, la scena nuda, le luci calde, tutto è giustamente messo a servizio del testo. Fuida, intelligente e razionale, la scrittura di McNair incarnata dall’attore sa anche toccare corde emotive in modo delicato e originale, trasformando l’ordinaria esistenza di uno scozzese piccolo piccolo in una vita a suo modo straordinaria. Celebrando allo stesso tempo l’arte del racconto e il diritto che anche il più semplice degli uomini può rivendicare: quello di giocare con il proprio destino e, almeno per un po’, vincere la morte.
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