traduzione di Monica Capuani
con Elisabetta Pozzi e con Alberto Fasoli, Christian La Rosa, Francesca Porrini, Martina Sammarco
regia Andrea Chiodi; scene Matteo Patrucco; costumi Ilaria Ariemme; luci Cesare Agoni; musiche Daniele d’Angelo.
Centro Teatrale Bresciano / Teatro Stabile di Catania
Tra regali di compleanno a dir poco originali e la cena improvvisata si consuma la partita a scacchi di una madre, un tempo icona del femminismo, e i suoi rampolli verso i quali negli anni Kristin ha sempre avuto un rapporto ondivago: in bilico tra dramma e commedia la regia di Andrea Chiodi ben sottolinea la potenziale polveriera che abita le quattro mura, ambiente famigliare prossimo alla deflagrazione nel momento in cui Peter e Simon scoprono di non comparire neanche una volta nelle centinaia di pagine dell’autobiografia materna. E’ la classica goccia che fa traboccare un vaso di rimpianti e di rimorsi, di cose non dette ma covate nel tempo, come di quei fantasmi eredità diretta di una presenza-assenza della figura genitoriale che ha accompagnato la crescita dei due uomini.
Stretta in fogge ora casalinghe, ora eleganti, Elisabetta Pozzi è splendida nel ruolo di Kristin, ieri rivoluzionaria progressista, oggi appassionata studiosa non poco cinica: pragmatica all'eccesso, ai limiti della cattiveria nei round verbali con la Claire della spavalda Martina Sammarco, la Pozzi diventa amorevole madre al cospetto di Christian La Rosa, a lungo applaudito nella doppia veste del deciso Peter come del più fragile Simon. Completano il quadro la sempre brava Francesca Porrini nei panni di un’ingenua e cattolicissima Trudi e lo Hugh di Alberto Fasoli, goffo compagno di battaglie giovanili verso il quale Kristin nutre sincero affetto.
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