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In SHYLOCK la vera gloria si nasconde in otto battute!
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Tangram Teatro di Torino venerdì 18 ottobre 2024
di Gareth Armstrong

traduzione e adattamento Francesca Montanino; regia e interpretazione Mauro Parrinello con la voce di Federico Giani 

scene e costumi Chiara Piccardo in collaborazione con Enchiridion Teatro

Selezione Torino Fringe Festival e Vincitore Festival Milano OFF
Merce di per sé già assai preziosa, il minimalismo a teatro acquisisce ulteriore valore se ricondotto ad una spiccata solidità di testo ed interpretazione come nel caso di Shylock, monologo del britannico Gareth Armstrong adattato da Francesca Montanino e Mauro Parrinello, nella doppia veste di regista ed interprete: in una scena invasa da trentuno scatole di cartone, ciascuna con tanto di etichetta a richiamare ora luoghi comuni della cultura ebraica, ora le principali aree tematiche dello scespiriano Mercante di Venezia, si ripercorre la saga di una delle vicende iconiche del teatro del Bardo spostando il punto di osservazione, leggasi di narrazione, dalla tradizionale prospettiva a quella del fidato sodale di Shylock, Tubal, fulminea meteora cui l'autore affida la bellezza di otto rapide battute.

All'interno di un dramma articolato in cinque atti, personaggio funzionale con una presenza tanto scarna quanto decisiva per la comprensione dell'intreccio, nello sparigliare le carte di Armstrong il ruolo di Tubal diventa "la" voce narrante di un racconto che si fa anche, se non soprattutto, grottesca autocritica verso lo stesso Shakespeare: falsi storici come mezze verità, evidenti plagi al pari di improvvisate invenzioni, ce n’è per tutti i gusti nel racconto-confessione di Tubal  in un itinerario narrativo che sposta il punto di osservazione dai canonici focus di lettura, con lo stesso protagonista impegnato a ricomporre le tessere di un disordinato mosaico teatrale.

Inserito all'interno della rassegna MaldiPalco promossa dal torinese Tangram Teatro, quest'anno non a caso intitolata Shakespeare e l'inganno, lo Shylock targato Montanino-Parrinello è ideale espressione di un teatro tanto semplice quanto efficiente, con accenni di matrice biblica alternarsi a sguardi sul presente senza mai perdere di vista l'originale dettato: a ciò si aggiunga il ritmo sostenuto nella recitazione di Mauro Parrinello, attore versatile capace con piccole malizie e semplici ammiccamenti di portare dalla sua parte lo spettatore trascinandolo e coinvolgendolo in un viaggio tra mito e fantasia. 
Il suo riuscitissimo Tubal, sorta di Travet di fine Ottocento con tanto di gilet, occhiali e l'immancabile kippah, dialoga ora con sé stesso ora con il pubblico, ora con Shylock in versione burattino, cui Federico Giani presta la voce fuori campo, evocando i passaggi salienti del dramma scespiriano nella costruzione di sessanta minuti di applaudito teatro.
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