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A spasso tra i percorsi dell'EARTHINK FESTIVAL...
a cura di Roberto Canavesi
Resoconto delle incursioni nella rassegna dedicata alla sostenibilità ambientale
Abituale appuntamento dopo la pausa estiva, il mese di settembre si è aperto con la tredicesima edizione dell'Earthink Festival, primo festival italiano dedicato alla sostenibilità ambientale da perseguire attraverso le arti performative che, per l’edizione 2024, ha scelto il non trascurabile sottotitolo #CURAMI: con la direzione artistica di Serena Bavo due settimane di eventi in giro per il Piemonte, tutti ad ingresso rigorosamente gratuito, per una proposta pronta a spaziare tra performance, approfondimenti, formazione sui territori coinvolti, sempre registrando un diretto coinvolgimento della rete di partner negli anni consolidata.

La nostra incursione festivaliera è iniziata nella serata inaugurale con la doppia proposta presentata in modalità "indoor" all'Imbarchino, storica location cittadina all'interno del polmone verde del Parco del Valentino: se i capricci del tempo hanno costretto gli organizzatori a riprogrammare gli appuntamenti dal prato antistante ad una sala al chiuso, questo non ha impedito l'afflusso di un partecipe pubblico per l'atto inaugurale della Standup ecology, sessanta minuti di comicità al servizio della consapevolezza ambientale in una performance realizzata in collaborazione con l'Istituto per l'ambiente e l'educazione Scholé Futuro onlus. Emiliano Ippolito e Andrea Bertora, introdotti da Lorenzo Carbone, hanno guidato gli spettatori nei loro percorsi in pieno stile stand up, muovendosi tra il politicamente scorretto e luoghi comuni rivisitati sotto l'ottica del grottesco e provocatorio.

La serata di apertura è poi proseguita con il duo Fossik project, all'anagrafe Marta Del Grandi e Cecilia Valagussa, arrivate a Torino per presentare il nuovo progetto di arte visuale e musicale dal titolo Underneath: con evidente protagonista il concetto di sottosuolo, il mondo che sta sotto i nostri piedi dalla cui salute dipende l'esistenza in superficie, le due performer si confermano artiste molto affiatate confezionando una performance di maggior teatralità rispetto al Fire charmers presentato nel 2022. 
Progetto pensato in collaborazione con la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura), e realizzato grazie ad una residenza artistica presso lo IAC di Matera, Underneath vive nelle peripezie di una bambina dai magici stivali rossi decisa ad intraprendere un viaggio sotterraneo alla ricerca della soluzione alla siccità che ha colpito la terra, nella speranza di poter ristabilire l'equilibrio in un ecosistema messo a dura prova dai comportamenti umani. Alternando il tappeto sonoro della voce di Marta alle immagini di Cecilia, moderna rivisitazione dell'antica tradizione del teatro delle ombre, prende forma un itinerario sonoro e visivo che porterà la piccola protagonista ad incontrare gli animali del Parco della Murgia Materana, su tutti lontre e pipistrelli, compagni necessari per trovare la strada giusta: quarantacinque minuti con lo spettatore guidato a riflettere su suolo e cambiamenti climatici, ricordando in ogni passaggio l'importanza di una vigile consapevolezza nella definizione del mondo sostenibile.

Dalla verde cornice del Parco del Valentino ci siamo nei giorni a seguire spostati ad OFF Topic, spazio teatrale ben noto al pubblico torinese la cui sala ha ospitato Licheni, riflessione tra teatro e documentario su di una metamorfosi climatica che vede in prima linea l'universo dei licheni il cui percorso migratorio è sempre più indirizzato verso l'alto, risalendo le montagne come salmoni d'alta quota: organismi ibridi frutto dell'unione di due differenti componenti, nella videonarrazione proposta da Alessandra Celesia, accompagnata dalle musiche live di Stefano Risso e Chistian Thoma, spazio ad un racconto tra scienza e sfera privata sui meandri più oscuri del presente partendo da scioglimento dei ghiacci e migrazione dei licheni. E se la quota scientifica è affidata all'appassionata glaciologa aostana, proprio quanto la ben più giovane lichenologa ogni giorno impegnata in laboratorio, alla Celesia artista ed alla sua amica di infanzia emigrata nelle fredde lande dell’Alaska è affidato il compito di muovere i tasselli di un ingranaggio fatto di parole, immagini e suoni per riflettere su clima che cambia e vita che involve, più che evolvere.

L'ultima incursione all'Earthink Festival è stata la visita all'interessante PAV, Parco Arte Vivente, i cui spazi hanno ospitato Hypergaia: Legacy, produzione Cubo Teatro scritta e diretta da Girolamo Lucania, con Letizia Alaide Russo intensa interprete in un percorso sonoro di immagini narrate con le musiche composte ed eseguite dal vivo da Ivan Bert e Max Magaldi. Difficilmente inquadrabile come genere, non spettacolo teatrale né concerto musicale, forse performance in situ con il suono dominare sulla parola, il progetto del collettivo torinese si compone di una drammaturgia per larga parte già definita, ed in minima parte composta in modalità live: iconica presenza di bianco vestita, Letizia Alaide Russo è voce narrante di un racconto con protagonista un'entità divina, con tanto di gatto radioattivo al seguito, d'improvviso ridestatasi da un sonno lungo un miliardo di anni su un pianeta abbandonato. In un ideale flashback con i pochi elementi a sua disposizione la donna ricostruisce a sommi capi l'abc della civiltà che aveva popolato il pianeta, maturando ben presto l'idea del destino che la vedrà vittima sacrificale insieme al resto dell’umanità.
Se risulta da subito evidente come l'intreccio narrativo sia quanto di più superfluo nel disegno complessivo di un lavoro che ha nel suono l'assoluto protagonista, preso per mano dalla carismatica Letizia lo spettatore è chiamato a confrontarsi con concetti universali come riscaldamento globale, mutazioni climatiche e rischi radioattivi, tessere di un articolato mosaico risolto in una ritualità techno rivolta alle generazioni future, quanto di monito per chi abita il presente.

Affermatosi edizione dopo edizione come appuntamento di inizio stagione, anche quest'anno Earthink Festival ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel panorama teatrale non solo torinese: segno tangibile di un'attività consolidata nel tempo che merita attenzione e sostegno per garantirne la sopravvivenza futura.
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