dialogo a due voci destinati a convergere nelle stesse parole e intonazioni, come spesso avviene nelle coppie di vecchi sposi.
Attilio e Carlotta vivono in uno sperduto teatro di campagna, quasi fosse l’unico spazio di mondo riservato a chi ha speso la propria vita a fare l’attore e, dopo anni, si trova a fare i conti con una società stravolta, in passioni, abitudini e senso dell’arte. Di fronte ad un’ignoranza e ad una superficialità ampiamente percepita, l’uomo e la donna reagiscono con una lotta attiva e
feconda, interrogandosi sugli aspetti più dolorosi e contradditori: con risoluzione, momentanea e apparente si potrebbe dire, l’anziano attore arriva ad affermare che l’unico modo per stare in questo mondo è impazzire, e se la sua arte adesso è ridicola, tutto il resto è esso stesso ridicolo. I personaggi e gli interpreti si ritroveranno irrimediabilmente collegati e vicini, ad assistere da
soli alla lacerante “malattia mentale” del teatro che si sta trasformando in una tragicomica agonia.
Attore di fama internazionale, protagonista della scena del Novecento con un carriera che ha toccato i teatri del Sud America e della Grande Mela, Attilio Vecchiatto è stato il simbolo di un’attorialità italiana molto apprezzata all’estero, ma poco riconosciuta in patria a tal punto che al suo ritorno nel 1988 non riuscì a trovare nei teatri nazionali una scrittura degna della sua fama: solo il piccolo teatro emiliano di Rio Saliceto saprà accoglierlo e dargli l’opportunità di esibirsi per l’ultima volta, canto del cigno cui proprio si ispira questo monologo a due voci immaginato in perenne bilico tra arte e vita…
Produzione Esecutivi per lo Spettacolo, a cura di Gianni Celati, [B">Recita
dell’attore Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto[/B"> avrà in scena Elena Bucci e Claudio Morganti: appuntamento giovedì 6 aprile alle 20.45 con biglietti a Euro 14 ed Euro 12 ed info e prenotazione allo 0115217099 o su www.teatriindipendenti.org.
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