uno spettacolo di Pippo Delbono
con Compagnia Pippo Delbono: Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella
musiche originali di Pedro Jóia e di autori vari,
scene: Joana Villaverde, costumi Elena Giampaoli, luci Orlando Bolognesi, consulenza letteraria: Tiago Bartolomeu Costa,
suono: Pietro Tirella
Lo spettacolo sta quasi per terminare. La voce di Pippo ci sta raccontando, dal fondo del teatro, la genesi di questo suo ultimo lavoro.
È bloccato a Catania, durante il lockdown, nessun contatto, nessun rapporto. Lui è solo, come tutti noi, per le strade deserte di una città che ha perso, in un momento, tutta la sua vita.
All’improvviso l’Etna, meraviglioso e potente, comincia ad eruttare.
“C’era qualcosa di profondamente sacro in tutto ciò”
Un’unica frase che, forse, racchiude tutto il senso. Non solo di questo spettacolo, ma di un’intero modo di fare teatro.
Il bisogno di aprirsi, confrontarsi e condividere. Vita ed esperienza.
Gioia e dolore.
La presenza, fisica, dei corpi, dei gesti e delle parole.
Probabilmente ora, dopo questi due anni di confinamenti, di lutti e di separazioni forzate, ne stiamo, piano piano, riprendendo coscienza. Ne possiamo capire, nuovamente, l’esigenza.
All’inizio di tutto, invece, c’è solo una parola.
Forse la parola che, in qualunque lingua la si pronunci, racchiude il maggior numero di significati e di interpretazioni. Amore romantico, Amore erotico, Amore violento, Amore negato, Amore sbagliato.
Amore come legante, scopo e innesco di tutte le esperienze umane.
E qui Pippo lascia che siano le voci, i suoni, i testi a trascinarci nelle mille declinazioni possibili.
Canzoni, poesie e poemi si ricorrono in un percorso serrato e continuo tra il Fado del Portogallo, suoni dall’Angola, e parole da Capo Verde.
Il teatro, alla fine, non è altro che un grande gesto d’amore; e Delbono riesce a ricordarcelo ancora una volta, donandoci tutto se stesso, premettendoci di intercettare, anche solo per poco, piccoli frammenti di senso.
Amore