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Se non posso ballare... non è la mia rivoluzione
a cura di Giancarlo Zappoli
Visto al Teatro Carcano il 5/4/2022
Produzione: Centro Teatrale Bresciano, Carcano Centro d’Arte Contemporanea
Testo: ispirato a “Il catalogo delle donne valorose” di Serena Dandini
Scrittura scenica: Lella Costa, Gabriele Scotti
Progetto drammaturgico e regia: Serena Sinigaglia con Lella Costa
Scene: Maria Spazzi
Costumi: Antonio Marras
Ambientazione sonora: Sandra Zoccolan
Interpreti: Lella Costa
Progetto a cura: Mismaond
Solo a tre personalità acute e creative come Serena Dandini, Lella Costa e Serena Sinigaglia poteva venire in mente di condensare l’essenza di 93 protagoniste (spesso misconosciute) della storia dell’umanità in un’ora e venti minuti di spettacolo. Le critiche negative potevano già essere incorporate nel progetto: manca l’approfondimento, non si cita questo o quel nome, alla fine si è parlato di tante e di nessuna. Il rischio era evidente. C’era però al centro Lella Costa, attrice in grado di sostenere lunghi monologhi senza perdere mai l’attenzione della platea (e anche della galleria) e capace anche di trasformismi fisici e vocali di pregio. Ecco allora nascere uno spettacolo che ricorda a una metà del cielo quanto vale e all’altra metà quanto spesso le abbia fatto comodo mettere in ombra la prima.

Intendiamoci: non siamo di fronte ad uno spettacolo vetero femminista. Lella Costa, con l’intelligenza, la sensibilità e l’ironia che le sono proprie, non ce l’ha con gli uomini (o, meglio, non con tutti gli uomini). Il suo è un obiettivo altro e molto diverso. Con queste istantanee al femminile (che possono andare da una rievocazione storica a una semplice ma significativa frase) si ridà il giusto spazio a chi, nel corso dei secoli, se lo è visto conculcare o comunque collocare a margine.

Che si tratti di personaggi noti come Edith Piaf o Margherita Hack o di altri da conoscere come Maryam Mirzakhani o Esfir Shub, ad ognuna di loro Lella offre un’intonazione, un gesto, un’intenzione particolari. Lo fa con la profondità di pensiero e di partecipazione, che è una sua caratteristica da sempre, unita alla leggerezza di chi si trova a suo agio sul palcoscenico anche in questo esercizio di equilibrismo mnemonico e attoriale. Chi è in sala percepisce non solo la qualità dell’attrice ma anche quanto le piaccia fare ciò che fa unito appunto a una sensazione di messa a proprio agio. D’altronde essendo accompagnata nel viaggio da due Serena non poteva che esserlo a sua volta.
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