Educatrice, guida spirituale e maestra di vita, figura imperiosa e sognatrice che esercitò una grande influenza sul figlio al punto che egli non riuscì mai a emanciparsi realmente, Nina Owczyńska indirizzò l’esistenza dello scrittore fino al tragico epilogo: incapace di distaccarsi dal genitore, cresciuto in estrema solitudine in un paese straniero, Romain e Nina rivivono nelle parole di Marina Bassani, personaggio arioso e leggero che racconta la vita di madre e figlio, il continuo trasformarsi, il vivere alla ricerca dell’assoluto che li rende una sorta di giocolieri, acrobata in equilibrio su un filo teso verso mete impossibili, pronti a cadere e a rialzarsi. "Donne come Nina - scrive la Bassani - forti, volitive e sognatrici, mi ricordano le figure femminili della mia famiglia dove erano le donne a comandare. Vorrei che il pubblico sentisse che dobbiamo diventare padroni della nostra vita, avere un fondamento che ci porta ad assumerci le responsabilità in prima persona, spezzando la dipendenza affettiva".
Uomo dalle identità multiforme, trasformista sempre pronto a cambiare maschera, Romain Gary fu scrittore ed aviatore, diplomatico francese e cineasta, ricorrendo a diversi pseudonimi per i propri romanzi, prima Gary e alla fine Émile Ajar: nella vita ebbe numerose relazioni d’amore tutte destinate a non durare, eccetto quella tormentata con la madre.
Produzione Teatro Selig diretta ed interpretata da Marina Bassani, in scena con le musiche da vivo di Nunzio Barbieri e Francesco Django Barbieri, per Mia madre non è una cocotte appuntamento al Teatro Baretti da mercoledì 21 a venerdì 23 febbraio alle 20.45 con biglietti a Euro 15 ed Euro 12 con prenotazioni scrivendo a selig@teatroselig.it o a info@cineteatrobaretti.it.
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