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Specchiandoci in ZIO VANJA per il riflesso delle debolezze umane
a cura di Roberto Canavesi
La seconda tappa del Progetto Čechov di Leonardo Lidi
Torino, al Teatro Carignano, da martedì 21 a domenica 26 novembre 2023
Insieme a Il gabbiano, Tre sorelle e Il giardino dei ciliegi, compone la tetralogia più famosa del teatro di Anton Čechov, medico e drammaturgo nativo di Taganrog solito dire "la medicina è la sposa, la letteratura la mia amante. Quando mi stanco di una passo la notte con l’altra": Zio Vanja, dramma famigliare in cui si raccontano occasioni mancate, rinunce e rimpianti di una classica famiglia cechoviana sconfitta dai propri fantasmi, è dopo Il Gabbiano il nuovo incontro tra Leonardo Lidi e la scena russa, seconda tappa di un personale progetto di indagine e ricerca che il regista piacentino conduce sul grande maestro russo.

In scena al Teatro Carignano per la stagione dello Stabile torinese, la saga domestica dei protagonisti, ospiti di una grande dacia in decadenza e bloccati nell’immobilismo della provincia russa, è fissata in una disarmante istantanea che porta alla luce noia e tormenti legati a collettivi fallimenti, spiazzanti metafore dalla stasi solo apparente capaci di riflettere con sempre maggiore intensità le nostre debolezze.
"La seconda tappa del Progetto Čechov – spiega Leonardo Lidi - abbandona il gioco e si imbruttisce col tempo. Spazza via i contadini che citano Dante a memoria per consentire un abuso edilizio ambizioso e muscolare. C’era un grande prato verde dove nascono speranze e noi ci abbiamo costruito una casa asfissiante con troppe inutili stanze ad occupare ogni spazio vitale": rispetto alla prima incursione cechoviana è senza dubbio un cambiamento totale di prospettiva, a partire da quell’idea di arte che se in Gabbiano era lo strumento con il quale passare emozioni al pubblico, divisi tra realismo e simbolismo, tra poesia e prosa, tra registi, scrittori e attrici, in Zio Vanja diventa presenza museale, ridotta com’è a sterile intellettualismo che non pensa più al suo popolo, che annoia la passione e permette agli incapaci di vivere di teatro. Passato e presente, la Russia di inizio Novecento e l’Italia di oggi non sono forse mai state idealmente così vicine, distanti certo per cultura ma assai prossime se consideriamo come le "case" di un tempo ormai siano morte, svuotate dei loro principi fondamentali ed in balìa ad ideologie tanto miopi quanto sterili: "e allora che questa strana famiglia cantata da Čechov – conclude Lidi - abbia la faccia di Gaber. La sua maschera irriverente. O meglio ancora di Freak Antoni. Che sia stonata e sgrammaticata. Sconfitta dai propri fantasmi. Ripugnante e fastidiosa".

Produzione Teatro Stabile dell’Umbria / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Spoleto Festival dei Due Mondi, con la regia di Leoonardo Lidi, Zio Vanja di Anton Čechov vedrà in scena Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani e Giuliana Vigogna: repliche al Teatro Carignano martedì 21, giovedì 23 e sabato 25 novembre alle 19.30, mercoledì 22 e venerdì 24 novembre alle 20.45, domenica 26 novembre alle 16, con biglietti ad Euro 37 ed Euro 34. Info allo 011.51.69.555 o all’800.235333 con vendita online su www.teatrostabiletorino.it.
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