Molti saranno gli interrogativi che affolleranno la mente di Alceste che si domanderà come sia possibile considerare l'altro un confidente, quali caratteristiche possano distinguere un buon amico da uno sconosciuto, come debbano essere modulati i propri atteggiamenti a seconda della persona con cui entriamo in relazione: ``Il Misantropo - scrive Lorenzi - siamo noi con la nostra costante difficoltà di incontrare l’altro di cui, però, non possiamo fare a meno (…) Il palcoscenico e i camerini sono così diventati il luogo della nostra favola e gli spazi da cui partire per raccontare questa splendida commedia sulla tragedia di vivere insieme”. Colui che in letteratura è stato considerato ora un antieroe novecentesco, ora uno scemo del villaggio, si troverà ad attivare ogni sua energia per affrontare apparenze e certezze precostituite: in questo modo, prenderà le sembianze di un rivoluzionario anticonformista che farà della lotta alle norme comuni il proprio ideale, ed in nome della quale proverà a scoprire il messaggio di cui l'altro è portatore, nel bene e nel male. Lo spettatore dopo il viaggio fra le dolorose vicende de Il misantropo, approderà a quella certezza verso cui lo stesso Alceste ha aperto la strada: dell'altro non possiamo farne a meno, è fondamentale essere disponibili ad incontrarlo per dar forma all'inevitabile trasformazione cui l'incontro ci espone.
Produzione Il Mulino di Amleto e Tedacà, in collaborazione con La Corte Ospitale, Il Misantropo diretto da Marco Lorenzi avrà in scena Fabio Bisogni, Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Marco Lorenzi, Federico Manfredi, Barbara Mazzi e Raffaele Musella: una settimana di repliche alle 20.45, biglietti a Euro 14 ed Euro 12, con info e prenotazione allo 011.52.17.099 o su www.teatriindipendenti.org.
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