regia Emma Dante
con Salvatore d’Onofrio e Carmine Maringola
Produzione Sud Costa Occidentale
La scortecata punta tutto sul lavoro d’attore e sull'energia, su ritmo e immagini, che Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola creano, disfano, urlano e sussurrano dal palcoscenico.
La storia stessa è molto semplice: due sorelle anziane ed imbruttite riescono con l’inganno ad attirare l’attenzione del re, facendogli credere di avere a che fare con una donna giovane e bella. Ma la bugia non dura a lungo, e l’invidia tra le due sorelle su chi sarà la fortunata a godere dei favori del sovrano porterà ad un triste epilogo.
A partire da un racconto lineare Emma Dante crea una drammaturgia efficace e ben congegnata, capace di isolare e dare spazio a varie sfumature emotive: dall'odio misto alla complicità tra le due sorelle al rimpianto per la giovinezza ormai perduta, dalla speranza di essere finalmente amate alla disperazione della solitudine, dalla crescente curiosità del re alla delusione e all'ira per la scoperta dell’inganno. Una storia che si potrebbe raccontare in poche parole diventa così un mosaico complesso di sentimenti contrastanti, a tratti sottili e a tratti plateali, ma tutti profondamente umani.
L’intera messa in scena, affidata a Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola, vede i due attori alternarsi con bravura nei ruoli delle anziane sorelle, del re e della fata: è sufficiente un accessorio per cambiare totalmente parlata, gestualità e psiche, senza però creare la minima confusione nello spettatore.
La scortecata aggiunge un ulteriore tassello alla poetica di Emma Dante, inserendosi in maniera perfettamente coerente nel mondo creato dalla regista palermitana.
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