Libretto: Mark O'Donnel, Thomas Meehan
Musiche: Marc Shaiman
Testi: Scott Whittman, Marc Shaiman
Regia: Claudio Insegno
Coreografo: Valeriano Longoni
Direttore musicale: Angelo Racz
Interpreti: Giampiero Ingrassia, Mary La Targia, Floriana Monici, Gianluca Sticotti, Beatrice Baldaccini, Riccardo Sinisi, Claudia Campolongo, Giulia Sol, Roberto Colombo, Elder Dias, Luca Spadaro, Cristina Benedetti, Francesca Piersante, Stephanie Dansou, Helen Tesfazghi, Fabio Gentile, Federica Nicolò, Monica Ruggeri, Martina Lunghi, Giuseppe Brancato, Maz Francese, Robert Ediogu.
Produzione: Lorenzo Vitali per Teatro Nuovo di Milano
Questa nuova produzione non punta sugli effetti scenici, utilizzando elementi minimali ma sempre funzionali a quanto si sta raccontando, ma piuttosto sull’arrangiamento musicale e sull’energia degli interpreti. Alla musica pensa Angelo Racz che, in qualità di direttore musicale, sa ridare smalto ad un musical degli anni ’80 permeato di reminiscenze di due decenni prima ma capace di suscitare gli applausi anche da parte di un pubblico che nei due decenni non era ancora nato.
C’è poi la grande disponibilità di colui che rappresenta il nome ‘a l’affiche’ come direbbero i francesi, cioè Giampiero Ingrassia che, ingabbiato in abiti super oversize, offre alla sua Edna intonazioni di imperioso riscatto ma anche di grande tenerezza. La vera anima dello spettacolo è però Mary La Targia nel ruolo di Tracy. Il suo non entrare nei canoni della para-anoressia non solo la rende adatta per il ruolo della figlia di una enorme mamma, della quale però non ha i complessi, ma ne accentua la leggerezza. Ci sono numeri in cui ci si chiede quante ore (e di quali esercizi) le possano aver consentito di cantare, ballare e piroettare senza mostrare mai la benché minima traccia di affaticamento. La sua è un’interpretazione che offre ulteriore luce a uno show di per sé già brillante grazie a coreografie impeccabili e a un cast in cui le ‘cattive’, come spesso accade, si fanno sentire e nel quale il cosiddetto ‘messaggio’ passa con leggerezza. Una leggerezza che si manifesta però come forza e che invita il pubblico ad applaudire entusiasta e a evitare pregiudizi razziali indiscriminati una volta uscito dalla sala.
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