``Siamo all'opening di una galleria - scrive Paravidino - e tra i quadri c’è il ritratto di una donna: Emma. Di lei conosciamo solo la sua faccia dipinta. Quanto dobbiamo sapere del soggetto per apprezzare l’opera?”: a farci conoscere il personaggio Emma, e la sua misteriosa esistenza, saranno le persone a lei più vicine, la madre come il padre, il fratello, la sorella, ma anche gli amici dei genitori, il parroco, una vicina e conoscenti tutti. Un microcosmo di umanità cui viene meno la presenza di Emma che ha scelto volontariamente di scomparire da tutto e da tutti, ripetendo il gesto attuato da sua madre quando la portava ancora in grembo. Ma se la decisione del genitore era stata un momentaneo colpo di testa dettato da un’insoddisfazione verso la vita, di Emma non si arriva a sapere più nulla, interrotti come sono i contatti con il mondo esterno, inclusi i tanto vituperati profili social. ``Sanno che è stata avvistata in Kosovo - conclude l'autore - e che ci sono due persone che ricevono notizie di lei. Sanno che sta bene. E che, prima che cali la tela, tornerà”. In una fitta rete di dialoghi si delineeranno le relazioni tra personaggi intenti a discorrere di arte e di politica, di ecologia e di scelte in genere: l’affresco a tutto tondo di una società in continua evoluzione per l'incontro-scontro tra generazioni animate da istinti e pulsioni diverse.
Coproduzione Teatro Stabile di Bolzano e Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, Il senso della vita di Emma è scritto, diretto ed interpretato da Fausto Paravidino, anche in scena con Iris Fusetti, Eva Cambiale, Jacopo Maria Bicocchi, Angelica Leo, Gianluca Bazzoli, Giuliano Comin, Giacomo Dossi, Marianna Folli, Veronika Lochmann, Emilia Piz, Sara Rosa Losilla e Maria Giulia Scarcella: al Teatro Gobetti, martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30, con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
Il senso della vita.jpg