Articolata la trama su un doppio fronte narrativo: da un lato la storia di Pridamante alla ricerca del proprio figlio, Clindoro, dei suoi rimorsi per essere stato duro con lui e dei tentativi per sapere se sia ancora vivo. Dall'altro il resoconto delle peripezie amorose del giovane che lo conducono in prigione, e della sua fuga con la ragazza che ama, Isabella: intreccio complesso che fa interagire tra di loro magia, teatro ed illusione, temi portanti dell'intera vicenda con il comune obiettivo di rappresentare la realtà anche a prezzo di equivoci e fraintendimenti. `Per me - scrive Fabrizio Falco - il nucleo centrale di questo testo si trova proprio nel rapporto padre-figlio, vissuto attraverso il filtro del teatro. Il padre a sua insaputa assiste ad una rappresentazione (forse menzognera?) della vita di Clindoro. Vita e teatro, così si impastano, rendendo labili i confini tra verità e menzogna”: teatralmente parlando uno `strano mostro”, per usare le parole del suo stesso autore, in grado di alimentarsi tanto di un rigido rigore formale quanto di un spiccato potere immaginifico legato alla presenza della componente magica.
È questo il caso dell'incontro tra Pridamante alla ricerca del figlio con il mago Alcandro che gli mostra, grazie all'apparizione di `fantasmi parlanti”, le scene della vita di Clindoro dalla sua fuga fino ad oggi. Nell'assistere a questa sorta di recita magica, l'uomo diventa egli stesso spettatore privilegiato di una comunità, il pubblico, che avrà la possibilità di riconoscersi e rivedersi nel racconto delle vicende di Clindoro: `"partendo da questo triangolo tra la vicenda, il padre e il pubblico - conclude Falco - mi è sembrato interessante cercare le tracce di un racconto metateatrale (...) Così come un ricercatore di metalli preziosi, ho setacciato il testo alla scoperta di indizi`.
Allo spettatore non resta che lasciarsi guidare in un viaggio con protagonista un'umanità in grado di far risaltare ancora una volta la forza e la potenza della parola teatrale da intendere come strumento privilegiato per ogni forma di comunicazione umana.
Produzione Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, in collaborazione con il Centro Teatrale Santacristina, L'Illusion comique avrà la regia di Fabrizio Falco, anche in scena con Titino Carrara, Leonardo De Colle, Loris Fabiani, Mariangela Granelli, Elisabetta Misasi, Massimo Odierna, Matthieu Pastore e Maurizio Spicuzza: tre settimane di repliche al Teatro Gobetti, martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30, con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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