Come definiresti questo tuo nuovo lavoro che indaga tanto la sfera pubblica quanto quella privata del narratore?
“E' una storia di finzione che parte dai sogni di gloria del protagonista che non vuole più vivere al ribasso: un personaggio un po' meschino, opportunista, che pur di raggiungere i propri obiettivi arriva a compiere scelte anche discutibili. La sua è una parabola che punta al desiderio di cambiare salvo poi restar prigioniero di quella realtà da cui vorrebbe fuggire”.
La storia di un fallimento a tutto tondo?
“Ho cercato di focalizzare la mia attenzione sulla volontà di sognare una dimensione altra senza peraltro dannarsi l'anima per cambiare il presente: i sogni per il futuro di Erre Bonaparte diventano ben presto degli incubi che impediranno di viver a pieno il tanto disprezzato presente. In fin dei conti, e questa è la lezione forse più importante, se uno vuol cambiare deve fare qualcosa per meritare il cambiamento”.
La tanto agognata fuga nell'esotico Quebec dove realizzarsi ad inscatolar salmoni: una moglie sposata per sbaglio e un figlio pressoché sconosciuto. Ce n'è abbastanza per pensare che la speranza per un futuro migliore sia ridotta al minimo.
“Per il maldestro protagonista l'unica effettiva possibilità di successo sarebbe non lasciarsi sfuggire le occasioni che il destino prima o poi ti presenta: alla fine, sconfitto su tuti i fronti, Bonaparte riparerà a casa dei genitori, ritornando di fatto al punto di partenza, pronto magari per un nuovo inizio”.
Scritto, diretto ed interpretato da Lorenzo Bartoli, L'inscatolasalmoni del Quebec sarà in scena nella sala del Tangram Teatro sabato 5 alle 21, domenica 6 alle 19, con biglietti a Euro 15 ed Euro 12: info e prenotazioni allo 011.33.86.98 o sul sito www.tangramteatro.it.
Lorenzo Bartoli