Da più parti definita come tragedia dell’amore, Fedra di Seneca non è certo lettura consigliabile agli spiriti romantici e sentimentali, attraversata com’è da un’idea di amore immaginato come un elemento estraneo in grado di impossessarsi del corpo senza il nostro consenso, alterandone gli equilibri alla stregua di un virus impazzito.
All’eroina senechiana, in un progetto che prevede anche contaminazioni letterarie dall’Ippolito di Euripide e dalle Lettere di Seneca, il regista Andrea De Rosa dedica il suo allestimento in scena alle Fonderie Limone di Moncalieri per il cartellone dello Stabile torinese: ”tema fondamentale del personaggio e della tragedia di Fedra - è scritto in sede di presentazione - è l’amore. Ma dobbiamo intendere bene di che tipo di amore si tratta. La parola latina che Seneca adopera più spesso per descrivere lo stato d’animo di Fedra è furor, che significa pazzia ma anche, e in misura ugualmente importante: passione violenta, delirio amoroso, desiderio sfrenato”.
E se da un alto a dominare è l’idea di un sentimento-morbo che il filosofo latino analizza e scandaglia con estrema dovizia, dall’altro non può passare inosservato la lettura “incestuosa” del più nobile dei sentimenti, mosso dall’attrazione della protagonista verso il figlio e da un’insana pulsione a godere del suo corpo per un rapporto all’insegna della forza giovanile e della passione selvaggia. Un amore-furore peraltro già vissuto dalla madre di Fedra, Pasifae, a sua volta innamorata di un toro e dalla cui unione era nata quella creatura mostruosa chiamata Minotauro: “il furor è dunque la malattia da cui Fedra, come già sua madre, non può liberarsi, se non con la morte. Non si tratta di un capriccio, né di un semplice sentimento, ma di una passione”.
Prodotto dal Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale e da Emilia Romagna Teatro Fondazione, ed interpretato da Laura Marinoni, Luca Lazzareschi, Anna Coppola, Fabrizio Falco e Tamara Balducci, per Fedra repliche martedì e sabato alle 19.30, mercoledì, giovedì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30: biglietti ad Euro 27 ed Euro 24 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.